La nuova Casa delle donne di Modena verrà inaugurata sabato 9 marzo, a ridosso della Giornata internazionale della donna. Villa Ombrosa diventa così la sede delle associazioni femminili e un punto di incontro e di confronto per tutte le modenesi su temi come la violenza, il lavoro, la parità e la discriminazione. Un centro di approfondimento storico-archivistico sulla storia delle donne; uno spazio per eventi e un centro di servizio e accoglienza.
La nuova sede di Villa Ombrosa ospiterà, infatti, il Centro documentazione donna e la sua biblioteca e tutte le associazioni che attualmente hanno sede in via del Gambero: Casa delle donne contro la violenza, Differenza maternità, Donne nel mondo, Gruppo donne e giustizia, Udi-Unione donne in Italia che inizieranno il trasloco nel mese di aprile per essere pienamente operative nella nuova sede nel corso dell’estate.
All’inaugurazione di Villa Ombrosa interverrà anche Roberta Marverti, della Casa internazionale delle donne di Roma.

L’UDI – Unione donne in Italia di Modena rimane tenacemente in prima linea nel contrasto alla molteplici forme di violenza maschile sulle donne, che hanno come terribile conseguenza l’annientamento della soggettività femminile, sia essa fisica o simbolica. La violenza si manifesta nelle case, nelle scuole, nello sport, nei luoghi di lavoro, per strada, negli ospedali, nelle aule di giustizia, e si riproduce legittimata dall’indifferenza, dalla strumentalizzazione e dalla cultura sessista in cui nasciamo e cresciamo. Occorre rendersene conto.

Proprio nei giorni in cui si stanno apprendendo i dettagli di un nuovo femminicidio a Modena, l’UDI è impegnata nel dare seguito alla sua prima costituzione di parte civile in un processo per stupro (dove l’imputato, già condannato in primo grado, è un carabiniere), nel fare prevenzione nelle scuole alle discriminazioni di genere sul lavoro che rendono meno esigibile da parte delle cittadine l’art.1 della Costituzione, nel richiedere il ritiro immediato del DDL Pillon, il cui vero intento è impedire alle donne di avvalersi della legge sul divorzio del 1970, e nel difendere e richiedere la piena applicazione della Legge 194, da quarant’anni sotto attacco da parte dei sostenitori della maternità come destino naturale di una donna, dell’aborto clandestino e del divieto di educazione sessuale nelle scuole.

Far fronte all’ondata reazionaria, che a livello internazionale sta cercando di ricostituire il presunto ordine naturale della famiglia, è sfiancante ma, allo stesso tempo, rappresenta la sfida per noi donne modenesi di essere, anche in vista dell’imminente inaugurazione della Nuova Casa delle donne prevista per il 9 marzo, diverse ma insieme, unite nell’obiettivo comune di promuovere e sostenere con passione e senso di giustizia l’autodeterminazione femminile, di cui la violenza costituisce la sua negazione per antonomasia.

A Modena le donne dell’UDI R-esistono, ma per continuare la lotta anche nel 2019, dobbiamo contare sulla nostra politica di autofinanziamento, quindi sulla vendita della Mimosa e sul tesseramento. Per questa ragione, comprare per sé la Mimosa e tesserarsi sono atti politici. Vi chiediamo di sostenerci attuando un meraviglioso e sentito esercizio di cittadinanza attiva.