In Irlanda un gruppo di uomini di alto profilo sociale prende invece l’iniziativa per lanciare una campagna per rendere illegale l’acquisto di prestazioni sessuali, per porre fine alla prostituzione che fomenta il traffico illegale di esseri umani. In Italia gli scandali sulle presunte feste a luci rosse nelle residenze private del Presidente del Consiglio paiono mobilitare soprattutto le donne che chiamano altre donne a manifestare pubblicamente il loro dissenso e la loro contrarieta’ nei confronti di comportamenti maschili lesivi della dignita’ femminile.
_ Come se fosse una questione di donne.

In Irlanda un gruppo di uomini di alto profilo sociale prende invece l’iniziativa per lanciare una campagna per rendere illegale l’acquisto di prestazioni sessuali, per porre fine alla prostituzione che fomenta il traffico illegale di esseri umani.

“Having a legislation in place – ha detto il segretario generale del sindacato dei lavoratori irlandesi ICTU, David Begg – that says we, as a society, do not believe it is acceptable for someone to buy another’s body for sexual gratification, exploiting the poverty, past history of abuse or limited life choices of the person being bought, would send a very clear message that we are a society committed to equality.”. ({Vogliamo una legge che dica chiaramente che non possiamo considerare accettabile che qualcuno compri il corpo di un’altra persona per ottenerne una gratificazione sessuale, approfittando della poverta’, di storie di passati abusi o di condizioni di limitate scelte di vita della persona comprata. Vogliamo una legge che mandi un messaggio preciso: siamo una societa’ impegnata sul fronte dell’uguaglianza}).”

L’annuncio della campagna denominata “[Switch off the red light->http://www.turnofftheredlight.ie]” (Spegnete le luci rosse, )) è avvenuta in conferenza stampa nella mattinata del 2/2/2011 in una sala-convegno del Buswells Hotel, un centrale hotel di Dublino. Erano presenti numerose persone, privati cittadini e cittadine, esponenti di associazioni umanitarie e personalita’ del mondo politico e della cultura.

E’ negl’intenti generali della campagna sensibilizzare il mondo maschile sulle conseguenze fisiche e psichiche che l’uso intensivo e non nel mercato del sesso comporta per le persone coinvolte nella prostituzione.

Lo scopo e’ quello di cambiare la cultura del mondo maschile, smitizzare la romanticizzazione che spesso circonda l’attitudine propensa all’acquisto di prestazioni sessuali, promuovere la consapevolezza che la prostituzione e’ la faccia visibile di un’industria multi miliardaria, controllata da malavitosi che si avvalgono di mezzi illegali e non esitano a utilizzare le forme piu’ degradanti, dal raggiro alla forza e alla riduzione in schiavitu’, per procurarsi la merce fresca da immettere nel mercato del sesso.

500.000 sono le donne vittime di traffico umano in Europa secondo i dati pubblicati da Claude & The Swedish Institute nel 2010. In Irlanda 1000 donne al giorno sono vendute per prestazioni sessuali (Kelleher et al. 2009). Di queste l’11% sono ragazze di eta’ inferiore ai 18 anni (Kelleher et al. 2009). Un uomo su 15 in Irlanda e’ un compratore di sesso e il 61% dei compratori di sesso irlandesi sono uomini sposati o impegnati in relazioni affettive (?) stabili e provengono da ogni tipo di ambiente economico-sociale.

La legalizzazione, lungi dall’assicurare maggiore controllo e regolamentazione provoca, come effetto collaterale, l’espandersi del malaffare legato al crimine organizzato e al traffico degli esseri umani per scopi di prostituzione, come dimostrano alcuni studi sulla situazione nei Paesi Bassi. Ad Amsterdam su 750.000 abitanti ben 20.000 sono le donne e le ragazze coinvolte nei mercati legali del sesso.

L’80% delle prostitute denuncia aggressioni fisiche e il 60% aggressioni sessuali (Raymond et al. 2002). Una donna che ha preso la parola durante la conferenza stampa chiedendo di non essere ripresa e di non riferire il suo nome, nel riportare la sua esperienza di donna coinvolta nella prostituzione ha definito la prostituzione “ the commercialization of sexual abuse” (la commercializzazione dell’abuso sessuale).

Gli espensori della campagna che costituisce un’ allenza di ONG, organizzazioni della societa’ civile, sindacati e singole persone si rivolgono soprattutto ai politici chiedendo loro l’impegno a redigere una disegno di legge, sul modello di quello in vigore in Svezia, che renda illegale l’acquisto di prestazioni sessuali e criminalizzi “pimping, procuring and trafficking of persons for sexual expoitation” ({l’induzione alla prostituzione, il rifornimento e il traffico di persone a scopo di sfruttamento sessuale}) e nel contempo decriminalizzi le persone prostituite in considerazione della loro condizione di vulnerabilita’.

Nel sottolineare i profitti stratosferici dell’industria del sesso, il presidente del comitato direttivo dell’ Immigrant Council of Ireland, una sorta di Consiglio Nazionale dell’Immigrazione in Irlanda, John Cunningham ha dichiarato, “It is a multi-billion business. And such campaign is of fundamental importance to break this multi-billion industry. I don’t want to live in a country where this industry is allowed to flourish.” ({E’ un affare multimiliardario. Questa campagna e’ di fondamentale importanza per rompere questa industria multimiardaria. Non voglio vivere in un paese che permette a un’industria si’ fatta di prosperare} ).

Questa e’ la voce di alcuni uomini irlandesi: a quando quella di alcuni uomini italiani?