Il 10 gennaio, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla bozza di legge sul cognome materno: una richiesta che ha attraversato decenni coinvolgendo tante donne. La petizione lanciata da Laura Cima ha raccolto più di trentamila firme ma è bene non fermarsi.In Parlamento se ne cominciò a parlare non in aula già negli anni ottanta. Una delegazione di donne incontrò Bianca Guidetti Serra quando era parlamentare di Democrazia Proletaria alla fine degli anni Ottanta ma anche lei si dichiarò perplessa sulla possibilità di portare avanti questa iniziativa per l’arretratezza delle coscienze non solo nelle istituzioni ma anche nel Paese. Sono passati più di 25 anni ed ora per parlarne serve l’input dell’Europa! Meglio tardi che mai ma sarà bene non fermarsi nella raccolta di firme sulla petizione.

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_ Laura Boldrini,presidente della Camera dei Deputati
_ Pietro Grasso, presidente del Sentato}}

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Mi chiamo Laura e sono impegnata in politica da tutta la vita. Come parlamentare, alla fine degli anni ’80 e poi di nuovo nel 2000, ho presentato più volte alla Camera proposte di legge per il cognome materno ai figli. Sono più di trent’anni che si prova a dare una svolta a questa realtà culturale e profondamente patriarcale, e sempre senza successo.

In tutto questo tempo ho visto tante, troppe donne, magari abbandonate dal marito o dal compagno con i loro figli: tutti privati del diritto di scelta. Così come ho visto persone che semplicemente vogliono avere il diritto di decidere, mentre tutte le proposte di legge depositate non vengono prese in considerazione e restano chiuse nei cassetti del Parlamento.

Ora la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo condanna esplicitamente l’Italia perché non permette di scegliere il cognome materno. Un risultato che è la conclusione di una coraggiosa battaglia giuridica cominciata nel lontano 2006 da una coppia italiana. Nella sentenza che avrà valore definitivo fra tre mesi, i giudici chiedono al nostro Paese di “adottare riforme” legislative o di altra natura per rimediare ai diritti violati.

Ecco perché chiediamo al Parlamento di legiferare finalmente e adottare quelle riforme che ci chiede Strasburgo. Il cognome maschile è uno degli ultimi baluardi di una società patriarcale che ormai non ha più senso.

Una legge sul cognome materno completerebbe la riforma del diritto di famiglia secondo le indicazioni europee. Ed è ormai tempo di agire. Subito.
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{{Laura Cima}}

[per firmare->https://www.change.org/it/petizioni/chiediamo-che-la-legge-sul-cognome-materno-venga-messa-immediatamente-all-ordine-del-giorno-in-parlamento]