Già a suo tempo avevamo espresso immediata vicinanza e sostegno alla giornalista e amica Maria Grazia Mazzola per l’aggressione subita a Bari da parte di Monica Laera, pregiudicata e condannata per mafia.

Ci fa piacere oggi constatare che, a conclusione delle indagini preliminari, anche la Procura di Bari abbia riconosciuto il carattere mafioso dell’aggressione subita dalla giornalista mentre svolgeva il suo lavoro di inchiesta.

Non fu dunque una semplice “lite tra donne” come qualcuno ha sostenuto anche nella stampa: Maria Grazia ha subito le conseguenze dell’essersi “intromessa” in un territorio e in affari in cui, secondo la donna appartenente al clan mafioso, non avrebbe dovuto.

Data la brutalità con cui è stata data  immediata concretezza alle minacce, e data la chiara e ormai acclarata origine mafiosa delle stesse, desta preoccupazione la sicurezza e incolumità della giornalista.

Di fronte a questo, di fronte alla mafia, che esiste anche (anzi proprio) quando non se ne parla, sentiamo quanto mai l’esigenza di parlarne, di diffondere questa notizia e denunciare allo stesso tempo la condizione di difficoltà che vivono Maria Grazia e tutti quei giornalisti e giornaliste il cui lavoro pubblico di seria informazione e narrazione della realtà comporta rischi per la loro stessa incolumità, come testimoniato dal caso della Mazzola e tanti altri.

Il miglior modo per alimentare la mafia è tacere, perciò oggi come ieri, occorre parlarne! Da cittadine, nella stampa libera, e nel servizio pubblico Rai che dovrebbe dare il massimo sostegno alle e ai suoi migliori  giornalisti!