La notizia delle sue dimissioni dal video del TG1 della RAI, è in continuità
coerente a quei gesti professionali difficili da dimenticare. Professionalità, ed anche l’affermazione della propria libertà che non a
caso coincide con quella dei destinatari del servizio televisivo, non
eroismo.Di Maria Luisa Busi sappiamo, da una vecchia intervista mai contraddetta,
che al suo esordio nel giornalismo si autoescluse da alcuni colloqui di
assunzione per essersi rifiutata di allegare al curriculum le sue
fotografie.
_ Sappiamo che si rifiutò, in diretta, di leggere la velina su uno
stupro così come era, per lo stile denigratorio della vittima.
_ Era il 2005,
e la sua professionalità non aveva evidentemente trascurato né il suo
sentire, né il sentire delle donne che si stavano esprimendo nel paese.

La notizia delle sue dimissioni dal video del TG1 della RAI, è in continuità
coerente a quei gesti professionali difficili da dimenticare.

Professionalità, ed anche l’affermazione della propria libertà che non a
caso coincide con quella dei destinatari del servizio televisivo, non
eroismo.

Maria Luisa Busi non può essere incensata per i suoi gesti, e noi non
vogliamo di quelli farla prigioniera, attribuendole missioni aggiuntive al
di fuori del suo lavoro.

Sa semplicemente fare il suo lavoro, e per questo va stimata.
_ Ci dispiace
che la poca professionalità di altri rimanga a dettar legge in un luogo
importante dell’informazione, ma a far giustizia di questo non bastano le
affermazioni e l’enunciazione delle regole.
_ Ci vogliono gesti politici,
anche di quell’opposizione che affolla i salotti dei soggetti che ogni
giorno tradiscono il buon senso, gli utenti e la loro professione.
_ Ci
vogliono gesti politici e le donne sanno farne, anche dalle professioni.

Il gesto politico è anche non esserci, è per esempio non “garantire la
presenza femminile”, quando la rappresentanza si iscrive all’interno
del pessimo
o del niente e finisce per legittimare l’uno e l’altro.