Una Marcia notturna non mista contro la violenza sulle donne sfilerà per le vie di Parigi. Essa vuole essere il simbolo e la richiesta di una «pratica collettiva, autodeterminata senza bandiere nè partiti».Proposta da {Têtes hautes regards droits}, un collettivo di donne, femministe e lesbiche della Casa delle Donne di Parigi, la marcia notturna non mista del prossimo 14 giugno sarà l’occasione di riportare l’attenzione sulla “{{violenza patriarcale che si esprime in tutte le sue forme nello spazio pubblico come in quello privato e familiare}}”.

Nel comunicato (pubblichiamo il link per informazioni e adesioni) il collettivo invita a ribellarsi “alla paura e al senso di colpa inculcatici dalla nostra cultura ed educazione”, a {{riprendere possesso dello spazio pubblico}}, strade, piazze, parchi, trasporti pubblici… che si vuole neutro ma che è invece gestito dall’universale maschile che ne decide le regole e “lo ricopre di immagini di donne ‘accessibili’, banalizzando così la cultura dello stupro”. Denuncia il {{silenzio attorno alle violenze sulle lesbiche}}, discriminate perché si amano, “perché affermano la propria esistenza riappropriandosi degli spazi e sfuggendo al controllo degli uomini”.

Ma la violenza contro le donne è anche quella di {{un’economia capitalista che le schiaccia}}, che ne riduce il potere di contrattazione e le obbliga ad accettare bassi salari, molestie sul lavoro e ricatti. Per il collettivo femminista che indice la Marcia, è necessario ribellarsi al fatto che “il 98% di quelli che possiedono i mezzi di produzione sono uomini, mentre il 70% della produzione é assicurata dalle donne”.

La Marcia notturna, alla quale sono invitate a partecipare le donne dell’hinterland parigino, e non solo, intende inoltre rifiutare la {{strumentalizzazione della violenza contro le donne da parte dello Stato}} che in nome della ‘sicurezza’ dei e delle sue abitanti conduce una politica razzista, repressiva e di controllo sociale. Perché, come ha scritto E-Leon’e per il blog {Resistingwomen}, e a sostegno della Marcia, “la violenza sessista non può ormai pensarsi svincolata dal razzismo attuale e dalla messa all’indice degli stranieri operata dal sistema patriarcale dominante che in questo modo si autolegittima, addossando giusto alle ‘culture’ degli ‘stranieri’ il ruolo di antifemministi ‘per natura’, responsabili unici e soli delle violenze fatte alle donne”.