L’affermazione delle libertà e dei diritti fondamentali di ogni individuo/a per ridefinire le regole sulla base delle quali condividere la casa dove tutti viviamo oggi e dove altri arriveranno. {La casa non è dove è il cuore, ma dove si abita e i suoi dintorni} –
{{Emily Dickinson.}}

Il tempo era incerto, domenica 31 maggio a Castiglione, mentre i più autorevoli esponenti della Lega giuravano “per dire no alla moschea”, forse per questo in piazza c’erano molti dirigenti del Carroccio ma pochissimo pubblico. Pane e salame (è un classico, no? Il salame di questi tempi fa tanto esibizione identitaria, soprattutto mentre si manifesta contro chi il maiale sceglie di non mangiarlo), lambrusco e un grande palco su cui si sono succeduti relatori, “del calibro” della senatrice Aderenti, dell’onorevole Borghezio, del sindaco di Verona Tosi, oltre ad altri nomi illustri della nomenclatura dei “Padroni a casa nostra”.

No alle moschee, no all’islam, fucina di terrorismo e di intolleranza, no alle prevaricazioni degli stranieri sulla nostra cultura e sui nostri valori; e poi identificazioni a iosa fra stranieri e clandestini; i cattocomunisti che diventano talebancattolici, il sindaco di centrodestra definito da Borghezio “testa di cazzo” per aver accettato di trattare con il Centro culturale islamico sul problema della loro sede. E affermazioni assurde e provocatorie come quelle di un esponente leghista di Guidizzolo secondo il quale se i nostri paesi si riempiono di macellerie islamiche, kebab, phone center è perché c’è una forte domanda di questi servizi. L’unica soluzione? Eliminare la domanda, cioè la presenza di immigrati.

{{Irene Aderenti}} si è distinta per una lezione davvero magistrale di pseudo – informazione sui pericoli insiti nell’islam; che è progetto globale di vita, di politica e di morale (quale religione non lo è?); alimento di arroganza, ragione di continue violenze e sopraffazioni contro le donne. Unico modello di islam citato quello iraniano di Ahmadinejad; esempio ricorrente quello del {{sindaco musulmano di Rotterdam, in Olanda}}, il quale, secondo la Aderenti e altri relatori, ha deliberato che nei teatri della città le donne debbano sedersi nelle ultime file e gli uomini davanti.
{{L’agenzia Ansa}}, invece, riferisce le cose in questo modo:
«In occasione dello spettacolo del comico Salaheddine Benchikhi, anch’egli di origine marocchina, il teatro Zuidplein ha accolto la sua richiesta di riservare a sole donne le prime cinque file della balconata, e cioè 50 posti su un totale di 590. Salaheddine, editorialista del sito Morokko.nl, è noto per la sua opposizione all’integrazione dei musulmani nelle società occidentali, un tema al quale aveva dedicato la serata. Il tutto in una città dove la quota di residenti di origini non olandesi supera il 40%.
In realtà, le spettatrici musulmane che hanno assistito allo spettacolo, molte anche con il velo sui capelli, si sono mescolate tra il pubblico di sesso misto, consentendo a spettatori maschi di sedersi con loro nelle file ‘riservate’ senza problemi».

Di fronte alle invettive e alle bugie {{un castiglionese di religione musulmana è sbottato urlando: “Sono tutte balle!”}} Allontanato dalle forze dell’ordine è diventato oggetto dell’ennesima pubblica lamentazione leghista: “Non è un caso se uno straniero ha inveito contro la senatrice Aderenti. Se interviene una donna si protesta vivacemente” ha commentato il segretario leghista Bottari sulla Gazzetta del 3 giugno. {{Questa imprevista sensibilità alla dignità delle donne da parte dei celoduristi ci lascia incredule}}.

Europa agli europei, Padania ai padani, padroni in casa nostra in difesa della “nostra identità”. {{Ma chi è questo ‘noi’?}} {{Cos’abbiamo in comune, ad esempio, noi di Articolo 3 con Borghezio?}} Poco, quasi nulla. Per secoli {{l’Europa delle cattedrali}}, tanto invocata a Castiglione, si è nutrita anche della cultura, dei sapori, dei viaggi, della fatica e, purtroppo, delle materie prime e del sangue dei popoli che loro oggi vorrebbero cacciare. La ‘loro’ storia è stata estromessa dai ‘nostri’ libri e con essa una parte, spesso vergognosa, della nostra. Quali sono i ‘valori cristiani e occidentali’ che non possiamo ridiscutere con loro? L’affermazione delle libertà e dei diritti fondamentali di ogni individuo, di ogni individua? Per noi è certamente un principio su cui non è possibile transigere, un principio che in Europa è stato affermato e difeso strenuamente e altrettante volte vilipeso e oltraggiato. Ripartiamo da lì per ridefinire {{le regole sulla base delle quali condividere la casa dove tutti viviamo oggi e dove altri arriveranno}}. Facciamolo coscienti dei chiaroscuri della nostra storia e della natura ibrida delle nostre identità.

{Articolo ripreso dalla Newsletter n. 41 di “Articolo 3. Osservatorio contro le discriminazioni”}