A Flero (Bs), in una mostra fotografica di Rosetta Zampedrini e Felice Bianchetti, i volti e i corpi delle signore di una casa per anziani, con tutte le loro rughe. Sono due anni che è uscito il documentario e poi il libro ({ Il corpo delle donne,} ed.Feltrinelli) di{{ Lorella Zanardo}} sull’uso del corpo femminile nella Tv italiana. Il corpo delle donne continua a essere oggetto di manipolazione ed esibizione nella versione di giovane attraente e seducente, in modo da confermare implicitamente le tradizionali funzioni di ruolo: la donna madre e la donna di piacere per l’uomo.

L’ultimo {{Festival della canzone a San Remo}}, con i due conduttori rigorosamente vestiti di toni scuri e le donne di contorno esibite in varie parti del loro giovane corpo, ha confermato il permanere degli stereotipi nazionali funzionali a educare alla divisione dei ruoli di potere in ogni ambito pubblico e privato.

Però i corpi femminili da esibire come conduttrici o vallette, devono essere {{rigorosamente giovani, o abbastanza giovani,}} e possibilmente anche molto belle. Difficile immaginare in Italia una giornalista ( per es. la straordinaria anziana Natalia Aspesi) condurre una trasmissione come “le invasioni barbariche” o forse, anche “otto e mezzo”.

La filosofa {{Michela Marzano}} ha scritto in un suo libro ({Sii bella e stai zitta,} ed. Mondadori 2010) che di sua mamma: “Ogni ruga racconta una storia. Il suo corpo è custode del mio passato, della mia stessa memoria.”. E poi: “Da sempre, la vecchiaia è considerata come un decadimento progressivo e inesorabile. (….) Sebbene la barba e i capelli canuti abbiano spesso simbolizzato la saggezza, l’alterazione fisica e la pelle avvizzita invece hanno sempre suscitato malessere e ribrezzo. Soprattutto quando si parla delle donne. Quali che siano le epoche , infatti, l’inutilità delle ‘vecchie’ è sempre stata descritta con maggior veemenza rispetto a quella dei ‘vecchi’. Se il corpo della donna giovane viene estetizzato, e rappresenta un oggetto di seduzione e di desiderio, nella vecchiaia la donna diventa ‘ ripugnante’.”.

A {{Rosetta Zampedrini }} , infermiera di professione, artista della fotografia da alcuni anni, è venuto in mente di dedicare l’8 marzo 2012 alla vecchiaia femminile. Anni fa aveva portato la sua reflex professionale nelle celle di una prigione femminile e nel piccolo convento di clausura delle domenicane di Pratovecchio nella foresta casentinese tra la Romagna e la Toscana , chiamando la sua mostra “{Le donne del silenzio}”.

Rosetta fa parte di una associazione fotografica di Flero, un comune della provincia di Brescia dove ogni anno, l’8 marzo, si svolge una mostra fotografica.
{{Rosetta Zampedrini e un collega, Felice Bianchetti}}, hanno ottenuto di entrare nella residenza di una casa per anziani autosufficienti di Brescia che si chiama “Villa Palazzoli”. Per una decina di giorni i due hanno incontrato le signore nei luoghi della villa e le hanno anche seguite nella passeggiata in un grande supermercato.

Gli scatti dei due artisti sono stati esposti in due sale del Palazzo comunale Calzaveglia, con il titolo {{“Le donne di villa Palazzoli}}{{”}} e il sottotitolo “{{non mi piace l’8 marzo}}”. Scorrono, in piccoli formati o in gigantografie, i primi piani o i profili, un piede rugoso che viene lavato, un piatto di minestra, la mano che lo tocca e l’altra che regge il cucchiaio, il profilo sbiadito come gli anni di chi li porta, riflesso nello specchio, la sala-refettorio, la schiena di fronte all’armadio, ma anche il corpo nudo sotto lo scroscio dell’acqua .

L’ex direttora dell’Unità {{Concita De Gregorio }} durante la trasmissione “ Le invasioni barbariche “ su La7 del 9 marzo, ha detto che nella nostra società {{la vecchiaia è diventata un tabù, come lo fu il sesso in epoca vittoriana}}. Un 8 marzo dedicato alla vecchiaia femminile è allora veramente meritorio, perché la donna vecchia è l’incarnazione tout court della strega e della befana.
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mostra aperta anche nei giorni 10, 11, 15, 17 e 18 marzo}