“Rompi il silenzio ha avuto l’onore di partecipare ad uno dei momenti più importanti per la nostra Provincia: la firma di un protocollo in cui, tutti gli intervenuti, si sono impegnati attivamente nella repressione della violenza contro le donne.Il Protocollo d’intesa, istituito per volontà della Provincia di Rimini e che farà riferimento al Protocollo Regionale, si costituisce tra la Provincia stessa, le Amministrazioni Comunali della Provincia di Rimini, gli Enti che operano sul territorio cittadino quali AUSL (attraverso i due Distretti Socio Sanitari), Associazioni operanti nel territorio provinciale sul tema della violenza contro le donne, Organizzazioni che svolgono attività di prevenzione, aiuto, assistenza alle donne e le Organizzazioni Sindacali CGIL – CISL – UIL, al fine di promuovere azioni di contrasto alla violenza alle donne e alla violenza di genere, di creare una sinergia tra i soggetti aderenti con lo scopo di sviluppare la conoscenza del fenomeno.

Gli obiettivi:
– far uscire dal sommerso quei bisogni che vengono spesso nascosti e rimangono privi di risposte adeguate;
– far conoscere alla cittadinanza le dimensioni del fenomeno della violenza a livello locale, regionale e nazionale nonché promuovere le attività di sostegno ed aiuto praticate ogni giorno a sostegno delle donne;
– far si che la lotta contro i maltrattamenti sia una battaglia condivisa, che impegni gli uomini e le donne nella ridefinizione di nuovi modelli di convivenza in grado di cambiare i presupposti di cui la violenza sulle donne si nutre.

E’ una grande vittoria per le donne e il coinvolgimento diretto delle istituzioni evidenzia una reale presa di coscienza e un riconoscimento della violenza di genere come {{problema sociale diffuso}}.
_ La nostra presenza in quella sede non è stata solo segno evidente della sensibilità della Provincia o del dovere da parte dei Comuni di dare una risposta alla Legge Regionale che prevede l’istituzione delle Case e dei Centri Antiviolenza, ma è stato un porre l’accento sulla valenza del volontariato e sul {{ruolo fondamentale che le associazioni svolgono}} nel sistema integrato dei servizi locali.
_ Nella nostra Provincia, pur non avendo dati certi sull’entità’ del fenomeno, la violenza contro le donne assume una rilevanza sempre maggiore.

La “punta dell’iceberg” delle guerre familiari (i fatti accaduti anche nella nostra città lo confermano), fatte di mille battaglie combattute in solitudine, in cui raramente il carnefice viene fermato e punito adeguatamente, non può fornirci la vera dimensione del problema: le donne vittime, nella maggior parte dei casi (il 96% dall’ultima indagine Istat), vivono in silenzio e solo di rado trovano la forza di urlare il loro dolore, di denunciare il loro aguzzino, quando non sono fermate prima.
{{L’approccio al problema}}, quindi, che fino a qualche tempo fa era esclusiva dell’Istituzione che utilizza mediazioni di tipo tecnico, delegando l’aiuto alle donne a figure professionali, dalla creazione della Rete diventerà frutto di una metodologia condivisa e terrà conto delle naturali vocazioni di ciascun firmatario.

“Rompi il silenzio” farà la sua parte con competenza e serietà di intenti.
D’altra parte il nostro nome presuppone che {{solo attraverso la consapevolezza delle donne maltrattate}} che danno voce al loro dolore, alla loro disperazione, al loro vissuto, sia possibile uscire dalla violenza.
_ Da poco più di due anni siamo attive nell’ambito dell’ascolto/sostegno alle donne vittime (nell’anno appena concluso abbiamo iniziato un percorso di uscita dalla violenza con 49 donne) utilizzando la metodologia e la filosofia dei Centri Antiviolenza, facendoci carico di questa problematica al fine di trovare strategie insieme alle donne abusate, che non vengono forzate in alcun modo a prendere decisioni che non corrispondano ai loro attuali bisogni o a quelli che loro riconoscono in quel momento come tali.

Lo {{spazio che abbiamo costruito in piena autonomia}}, che garantisce l’anonimato e fornisce servizi completamente gratuiti, è uno spazio in cui donne in temporanea difficoltà o per avere subito violenza possono trovare ascolto ed accoglienza, riflettere in tranquillità e costruire un proprio percorso di uscita dalla violenza attraverso la relazione e il confronto con altre donne: dal riconoscimento della donna come soggetto attivo nel proprio processo di autonomia, consegue che la relazione non risponde solo a caratteri di pura assistenza, ma a quelli della solidarietà e del massimo diritto alla riservatezza.
Il nostro impegno proseguirà in questa direzione.

{Paola Gualano}