Oggi, 24 novembre presso la Casa Internazionale delle donne di Roma, si è tenuta una Conferenza stampa per illustrare i temi che il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza alle donne, saranno sostenuti a Roma con una manifestazione delle donne del Lazio, native e migranti, alle ore 10.00, sotto la sede della regione Lazio, in via Rosa Raimondi Garibaldi.Si tratta ancora di salvare i Consultori del Lazio dalla Proposta di legge regionale n 21 a firma Tarzia ed altri, legge che dovrebbe abrogare la precedente istitutiva dei Consultori familiari (legge regionale n 15/76).
_ La relazione tra la suddetta proposta di legge e la giornata internazionale è stata ampiamente illustrata dalle donne presenti: operatrici dei consultori, delle istituzioni locali, dei sindacati CGIL,UIL, donne di associazioni di ricercatrici, del mondo dello spettacolo e della cultura, studentesche: la violenza.

“La violenza contro le donne si manifesta ogni volta che viene lesa la loro libertà e dignità. Le istituzioni talvolta possono esercitare questa violenza . Per questo respingiamo in blocco la proposta di legge regionale del centrodestra che modificherebbe profondamente l’organizzazione e i principi ispiratori dei consultori.”
_ Con queste parole l’Assemblea Permanente delle donne, che si riunisce presso la Casa internazionale tutti i lunedì, ha promosso la manifestazione.

Ancora una volta emerge con chiarezza che cancellare quanto le donne hanno
voluto, e che solo in parte si è realizzato negli anni Settanta, significa mettere in discussione principi di convivenza civile che ormai sono ampiamente percepiti come fondamentali, migliorabili si, non cancellabili.

Se questo accade è perché stiamo vivendo un drammatico e generale arretramento della vita sociale e individuale. Le istituzioni a livello nazionale e locale sono corrose dallo stesso tarlo: mancanza di democrazia. Si viola così la dignità non solo delle donne ma di tutti.

Basta accennare ad {{alcuni fondamentali argomenti della “proposta Tarzia”}} più volte già illustrata dal nostro giornale:
– Trasformare i Consultori in istituzioni convenzionate, confessionali secondo i principi del familismo sostenuto, a livello nazionale, nel manifesto del Forum milanese della famiglia e nelle attuali politiche di Welfare.
– Introdurvi rappresentanti di associazioni che si richiamano a valori estranei ai principi di autodeterminazione della donna .
– Controllare utenti e operatori in rapporto a principi estranei al responsabile esercizio della libertà e all’etica professionale.

Durante la conferenza stampa sono emerse proposte di mobilitazione permanente:
– interrompere il silenzio della Presidente della Regione Lazio Polverini
sulla proposta di legge Tarzia
– intervenire sulla proposta di legge partecipando attivamente alle Audizioni.
– fare un calendario di incontri regolari per seguire la legge anche in rapporto alla situazione nazionale .
– sostenere la necessità di lavoro e di adeguato Welfare per consentire alle donne di fare vere scelte circa la maternità.
– servirsi anche del teatro: l’associazione Libera scena propone una commedia sull’argomento da leggere e recitare anche all’interno della Casa internazionale.
– interrompere il processo di smantellamento di tutte le conquiste degli anni settanta.

A questo proposito{{ Lidia Ravera}}, presente in sala, ha fatto riferimento alla attività di cantautrice di Olimpia Tarzia, firmataria della proposta di legge, presidente del Movimento per la Vita, consigliera alla regione Lazio- eletta nella lista Polverini nel 2009. Ha infatti composto una canzone ”[Per una vita mancata->http://www.olimpiatarzia.it/MP3/Per%20una%20vita%20mancata.mp3]” dove , come [spiega l’autrice->http://www.olimpiatarzia.it/MP3/TESTI%20CANZONI/per%20una%20vita%20mancata.pdf], “{Un bambino nel grembo materno, parla con la mamma delle sue scoperte e di ciò che vorrà fare quando sarà nato comunicandole la gioia di essere stato chiamato alla vita. Fa però la tragica esperienza di sentirsi rifiutato e intuirà che non potrà mai vedere la luce perché sta per essere abortito….}.”

Lidia Ravera sostiene che non si può ridere su queste cose, bisogna fare una battaglia culturale, incontri strutturati per scrivere un documento collettivo adeguato alla scontro che si sta progettando, di nuovo, sulla maternità come destino, contro le “assassine”. Con le stesse armi: linguaggio caldo, emotivo.