Hic Rodhus, hic salta o – detto più volgarmente – adesso sono cavoli nostri. Le dimensioni della prevedibile vittoria di Berlusconi e la scomparsa dal parlamento della Sinistra Arcobaleno sono ciò che la politica della sinistra raccoglie. La morale della terribile favola mi sembra la seguente :

1. {{Il ricatto del “se no torna Berlusconi”}} con cui la sinistra è stata convinta a fare le cose più nefande ha avuto l’ovvia conseguenza proprio di far tornare Berlusconi e più forte che mai.
_ Il concetto che mi sono più volte sentita ripetere nel CPN di Rifondazione, e cioè che allontanare dal governo questa destra avrebbe significato indebolirla e disperderla, si è rivelata una bufala.
_ Come era del resto evidente a chi non fosse del tutto priva di senno o accecata dalla voglia matta di poltrona.

2. Tutto il {{percorso di Veltroni e del PD ha avuto come unico effetto quello di sottrarre voti alla Sinistra Arcobaleno}} senza scalfire l’elettorato di destra o, per meglio dire, l’elettorato che il governo Prodi ha spostato a destra. Ma di questa gloriosa impresa la SA deve ringraziare soprattutto se stessa. Quando si mette nella testa del popolo di sinistra che governare è l’unico modo per battere Berlusconi, la conseguenza non può essere che lo spostamento di voti verso chi appare più capace di assumere quel compito. Ci si augura che chi ha reagito al fondato timore di un ritorno della destra votando PD, prenda atto di avere così ottenuto il risultato opposto a quello desiderato.

3. La SA paga probabilmente anche il prezzo più alto dell’astensionismo, reazione assolutamente legittima della parte più radicale dell’elettorato. L’astensione va intesa come ribellione al ricatto del “se no torna” in nome di una responsabilità di cui gli apparati di partito sono invece del tutto privi. Non si vede infatti perché sull’elettorato debba ricadere una responsabilità che i gruppi dirigenti invece non si assumono, dato che nelle loro scelte l’interesse personale prevale.

4. Se {{l’astensionismo è legittimo}} e in qualche caso anche salutare, non è detto che sia la scelta migliore. Non si vota necessariamente solo perché si condivide una politica.
_ Si può votare anche (ma è solo un esempio) perché le lotte partano da un livello meno arretrato e per avere una controparte meno inespugnabile.
_ Io {{ho fatto una scelta diversa dall’astensione e dal voto a SA}} non per condivisione ma per necessità. Ho scelto di votare per chi certamente non avrebbe avuto elette/i, ma la cui visibilità può contribuire alla costruzione di un’altra sinistra e di un altro modo di essere sinistra.
_ Lo 0,5 di Sinistra Critica alla Camera è più o meno quello che ci aspettavamo.