Pubblichiamo il testo della lettera aperta che il CLR – Coordinamento Lesbiche Romane ha scritto a Susanna Camusso, segretaria generale CGIL Lombardia, a proposito della manifestazione sindacale dell’8 marzoI governi che si sono succeduti nel corso degli anni hanno operato di fatto delle scelte contro le donne: hanno dunque favorito l’inasprimento del modello patriarcale intollerante, razzista ed etero sessista che per noi lesbo femministe del CLR è continuo motivo di riflessione e confronto.

Il documento conclusivo cui è pervenuta l’assemblea FLAT del 23-24 febbraio ci ha trovate unanimemente d’accordo in tutto il suo impianto compresa la mancata adesione al corteo indetto da CGIL-CISL-UIL in occasione del centenario dell’8 marzo 2008.

L’aver appreso che le tre confederazioni sindacali maggiormente rappresentative ci abbiano scippato l’8 marzo, oltre ad averci grandemente indignate, ha legittimamente insinuato dentro di noi il dubbio che questa manifestazione mirasse ad altro, significasse altro da noi.

E il dubbio deriva dalla consapevolezza che gran parte delle scelte operate dai vari governi alternatisi negli ultimi anni, sono state scelleratamente condivise dal sindacato confederale.

Che risposte ha dato il sindacato quando il governo di centro sinistra:

– ha liquidato la violenza maschile sulle donne come un problema di ordine pubblico;

– è rimasto in mezzo al guado rispetto alle posizioni della chiesa sull’aborto;

– ha mancato il riconoscimento delle lesbiche e dei gay.

Tanto per parlare di laicità.

Quanto poi alla materia che riguarda il diritto al lavoro, sancito dalla costituzione, sarebbe interessante conoscere la posizione del sindacato relativamente alla femminilizzazione e quindi alla precarizzazione del lavoro, al minor reddito percepito dalle donne a parità di mansioni, alla difficoltà di accedere alle posizioni dirigenziali, al lavoro nero e/o atipico.

La nostra esperienza ci dice che il sindacato da anni è manifestamente lontano dai bisogni delle lavoratrici fortemente penalizzate nei luoghi di lavoro. E il fatto che il sindacato riscopre l’8 marzo in occasione del centenario è quanto meno sorprendente!

Se poi dal palco presenzieranno i leader massimi e maschi, che neanche in questa occasione sono in grado di cedere il passo alle donne che partecipano attivamente alla vita delle Organizzazioni, la situazione ci appare ancora più sorprendente!

L’elenco sarebbe lungo, ma ci limitiamo a citare “l’assordante” silenzio sul family day da parte del sindacato che ci conferma quanto il sindacato stesso stia tutto all’interno del pensiero unico dominante, rispetto al quale ogni dissenso diventa pericoloso estremismo.

Cara Susanna, ti crediamo quando ci dici che all’interno della tua Organizzazione le donne battagliere come te esercitano i conflitti propri della contraddizione uomo-donna, ma in quanto interni sono invisibili e pertanto non capiamo la tua accusa di miopia politica.

La ripresa di elaborazione e di iniziativa del movimento ha bisogno della partecipazione e del lavoro politico di tutte le donne, a cui non è richiesto di declinare la loro appartenenza: volerlo fare a tutti i costi è per noi segno di strumentalizzazione. La ripresa dello scontro da parte delle femministe e lesbiche nasce dal bisogno di riappropriarsi del corpo, della storia e delle esperienze, altro che liquidarle.

Il pensiero settario è proprio di chi a tutti i costi vuole difendere la propria posizione facendola passare come unica verità, negando che centinaia, migliaia di donne hanno preso un’altra decisione e cioè dissociarsi dalla manifestazione dell’8 marzo così come è stata indetta.

Parlare di strumentalizzazione non significa negare le storie e le esperienze diverse che riguardano donne che intraprendono altri percorsi, ma affermare l’autonomia di altre scelte.

Siamo comunque disponibili a trovare piattaforme comuni e condivise perché crediamo veramente che tra donne questo sia possibile.

CLR – Coordinamento Lesbiche Romane
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