“Ministre”: e il presidente della Repubblica risolve un problema di morfologia.

Care amiche, anche il linguaggio è stato violentato, lo sappiamo bene quando sentiamo dire – e ridacchiarci sopra – che la Merkel è una governante. Nel caso di Angela non ci possiamo fare niente; ma siamo liete di riferire che oggi, {{25 novembre, Giorgio Napolitano}} ha risolto un problema non di femminismo, ma di morfologia: {{Cancellieri, Fornero, Severino sono – di fatto ma anche di nome – “ministre”}} ha detto il presidente della Repubblica, correggendo non solo il maschilismo dominante perfino sul linguaggio, ma la corretta morfologia dell’italiano.

Ai tempi del “Comitato di donne per il governo della città” [Bologna {ndr}] l’assessore delle politiche scolastiche che non riteneva maturi i tempi per adottare il femminile per l’alta carica governativa (“è questione di diacronia”, disse), fu risposto “se tu non accetti ministra, ti restituiamo maestra, che linguisticamente è analogo, ma nella tua scala valoriale” vale meno. Sempre per non violentare la morfologia, {{una donna è un'”avvocata” e una magistrata}}. Il computer segna errore “professora”, ma così {{il cardinal Lambertini}} si rivolgeva a {{Laura Bassi.}}