E se il 21 novembre replicassimo: tante, tantissime unite nelle diversità?
Sabato 17 ottobre siamo scese in piazza anche noi. Lo striscione della Casa Internazionale delle Donne è stato srotolato in coda al corteo. Non eravamo in molte, ma di questo non eravamo convinte perché in Piazza della Repubblica alle 15 già non si passava più. Così, incuriosite per vedere quante donne erano presenti in questa manifestazione io, Edda Billi e Paola Mastrangeli abbiamo lasciato lo striscione tenuto anche da Lidia Menapace, Costanza Fanelli e Francesca Koch e, a passo veloce, abbiamo percorso tutto il corteo o quasi.
_ Stanche, ci siamo sedute su un muretto davanti al Colosseo per vederlo sfilare e capire quale era la presenza delle donne. {{Molte, ma tutte in ordine sparso tra quella moltitudine di aspiranti Afroeuropei.}} Allegri, sicuri di sé e con tanta voglia di esserci.

Con Edda e Paola ci siamo scambiate {{alcune considerazioni.}} Abbiamo notato che nel corteo erano assenti o quasi alcune comunità come quella cinese e filippina.
_ Poche le presenze di chi arriva in Italia dai Paesi dell’Est europeo. Tra gli striscioni molte le bandiere della CGIL, diverse anche quelle di una sinistra ormai così polverizzata che anche noi tre abbiamo fatto fatica a ricordare i nomi di questa diaspora.
_ Il partito democratico era presente ma senza bandiere. Cosa del resto individuata alla sera quando il Tg3 ha intervistato i dirigenti politici, tutti rigorosamente maschi.

A quel punto mi è tornato in mente quanto ci siamo dette con Edda e Paola, valutanto la partecipazione della manifestazione – centinaia di migliaia, beh, diciamo trecentomila.

Sarebbe importante {{arrivare al [21 novembre con una manifestazione di donne->http://www.torniamoinpiazza.it/index.php] così grande da farci di nuovo dichiarare visibili ed ascoltabili}}.
_ Di cose ne abbiamo ancora tante da dire e le possiamo dire assieme a chi ha avuto la necessità ma anche il coraggio, la determinazione di lasciare i propri figli/e le persone care per intraprendere viaggi verso Paesi che invece di allargare le braccia hanno aperto le fauci digrignando i denti. Paola ha ricordato che la nostra progenitrice Lucy era africana.