La laicità è scomparsa dall’Italia. E’ scomparsa dalle istituzioni, dai
partiti, dallo stato; strutture cosiddette rappresentative e democratiche,
che invece sembrano sequestrate dal Vaticano e dal clericalismo
fondamentalista. La scomparsa della laicità è grave, perché insieme ad essa rischiano di scomparire i diritti civili. Rischia di scomparire quella libertà di cui proprio coloro che la sequestrano si riempiono la bocca, riducendola ad un mero slogan da mercato elettorale.

La scomparsa della laicità è avvenuta con {{il favoreggiamento e la complicità dei mezzi di comunicazione di massa}}, il cui pluralismo – storicamente conquistato con la lotta di liberazione dal fascismo prima, e con la lotta contro l’egemonia democristiana poi – è stato sostituito negli ultimi anni da un ruolo di gigantesca amplificazione dei dettati clericali.

L’atteggiamento servile e supinamente omologato a questi dettati della
televisione pubblica in primo luogo, e di quasi tutti gli altri media,
costituisce {{un uso dell’informazione scorretto e prevaricatore}}, che ha pesantemente contribuito alla soppressione di un pensiero e di una cultura laici, privilegiando la trasmissione culturale dell’integralismo religioso come valore unico e dominante.

Se questo ruolo diseducativo e manipolatore dell’informazione ha fallito il
suo scopo rispetto ad una gran parte della popolazione, lo si deve soltanto all’intelligenza e alla resistenza delle cittadine e dei cittadini. Un
potere che è sempre più distaccato da questa intelligenza civile è quindi
passato ad azioni intimidatorie di aperta violenza e illegalità, come quella messa in atto a Napoli contro il diritto di aborto, e preceduta da una campagna di criminalizzazione di questo diritto.

Una beffa che si aggiunge al danno è che le cittadine sono costrette a
sostener economicamente la soppressione della laicità, mediante {{il
meccanismo di finanziamento pubblico dei partiti e attraverso la legittimazione degli scandalosi privilegi e benefici ecclesiastici}}, da
quelli fiscali a quelli erogati sotto altre forme. Il paradosso lesionista
della cittadina-contribuente è di essere condannata a finanziare, insieme
alle “abiezioni di coscienze”, la privazione della propria libertà, la
riconduzione ad uno stato di schiavitù sessuale, l’imposizione del controllo sul proprio corpo e lo stupro dell’autodeterminazione.

Ritrovare la laicità scomparsa è un compito che spetterebbe alle istituzioni democratiche, che però in questo momento non sono evidentemente in grado di svolgerlo. Ma dalla società civile e dai movimenti può venire una decisa e orgogliosa affermazione di laicità che riporti con forza questo principio fondamentale al centro della politica, una politica che dovrà esserne profondamente rinnovata e rigenerata.

La speranza di rispetto dei principi repubblicani costituzionali sta in una lotta di massa, articolata in tutti i diversi aspetti di recupero degli spazi attualmente de-laicizzati o in via di de-laicizzazione, e finalizzata ad un rilancio dei valori costitutivi di una società laica e libera dal fondamentalismo religioso e patriarcale.

Per questo sosteniamo e {{aderiamo a tutte le manifestazioni in difesa della legge 194 sull’interruzione di gravidanza e della sua applicazione}}, a
cominciare da quelle organizzate in seguito al gravissimo episodio avvenuto a Napoli, che costituisce un’aperta violazione di diritti ed un’aggressione politica e fisica senza precedenti ad ogni singola donna dello stato italiano.

LAI – Lesbiche Antifasciste in Italia