Le donne sanno meglio degli uomini quanto poco indelebile sia un confine, un margine, una dimensione. Ridisegniamo senza sosta le linee di una condizione determinata da un processo storico e di relazioni inique tra uomini e donne, connotata da troppi fattori e da un’atavica predisposizione maschile alla violenza sulle donne.

Viviamo quotidianamente ladimensione del rischio” dinanzi al quale qualunque obiettivo diventa limitativo al confronto della vastità e della complessità della contraddizione dentro la quale viviamo.

Vogliamo diritti per tutte, ma partiamo da quelle di noi che vivono situazioni difficili e gravi, dovunque si manifestino. Abbiamo il dovere di spendere ruoli, posizioni e vantaggi acquisiti a favore delle altre nel mondo. La “non interferenza” rende complici, rende possibile la “invisibilità” che ha nascosto per lungo tempo gli abusi contro donne e bambine.

Abbiamo il dovere di non dimenticare, non minimizzare, anche tutto quello che accade in Italia e in Europa dove viviamo; dobbiamo snidare la violenza che si manifesta a dispetto delle battaglie vissute nelle nostre vite private e quelle gloriose delle nostre madri politiche.

Sappiamo e non possiamo accettare che la differenza della qualità della nostra vita dipenda anche da altri confini (quartieri, educazione scolastica, condizione economica, discriminazioni multiple, quali quelle vissute dalle donne e dalle ragazze disabili).

 Siamo ancora una volta ad un nuovo inizio, che può e deve condurci traguardare una maturità differente, che porta con sé la conquista di un nuovo diritto a parlare l’una per l’altra nel mondo.

Siamo a ribadire il valore della politica, in un momento in cui sembra deperire il suo stesso senso. Siamo a ribadire il suo valore mentre cresce la riluttanza a considerarlo strumento prezioso in grado di ricostruire e narrare il senso ideologico ed etico delle cose e dell’agire personale e sociale.

Noi da sempre, instancabilmente dedite al nuovo, rifiutiamo il silenzio che sembra conquistare la politica, tradendone significato e funzione. Pratichiamo la politica a voce alta con la forza di nostri corpi, della nostra storia, del nostro tempo.

 Andare oltre in nome delle donne e delle ragazze

Vogliamo parlare in termini di “oppressione” e in termini di “liberazione”, la posizione di donne “liberate” in una società dove la maggioranza delle donne subisce violenza sessuale, molestie, non è accettabile. Non basta porre in essere singole azioni positive, dobbiamo esprimere una strategia radicale.

È in questo contesto che si inserisce “La dimensione del rischio nella vita delle donne” (UDI Catania 8 mesi STOP femminicidio – settembre 2018 – maggio 2019). Quest’anno vogliamo rendere evidente anche le connessioni tra le nostre iniziative periodiche (Mediterranea – Donne e mafie – Stereotipa – Questa storia è la mia – Sostegno al 2° Manifesto delle Donne e delle Ragazze Disabili), tutte volte a contrastare le diverse sfaccettature che la violenza di genere assume.

La gestione di questi 8 mesi sarà condivisa con le donne che in vario modo esprimono vicinanza alla nostra associazione. La nostra realtà politica è troppo complessa e deve ricercare nuove forme di aggregazione e di appartenenza.

Nello Statuto UDI Catania abbiamo scritto che instauriamo rapporti di dialogo, confronto e sinergia assumendo la “convenzione” quale forma politica privilegiata, in quanto in grado di favorire partecipazione e collaborazione nel rispetto delle identità delle persone e delle loro organizzazioni.

In realtà siamo da tempo anche al nostro interno una “convenzione” di donne che esprimono diversi gradi di vicinanza e di appartenenza, che riconoscono la storia che ci unisce come luogo simbolico di un incontro politico.

Bene, siamo alla prima sperimentazione di un lavoro comune: noi irrinunciabilmente UDI e quante esprimono attenzione e sostegno verso di noi. Siamo pronte ad un nuovo cambiamento, la riproposizione stanca di vecchi modelli è rassicurante, ma non è ciò che serve al movimento delle donne.

MEDITERRANEA

Mediterranea darà il suo contributo alla campagna dell’UDI di Catania 2018-19 “La dimensione del rischio nella vita delle donne” raccontando notizie, reportage e persone dagli scenari  di guerra nella larga area ‘mediterranea’ intorno a noi, richiamando alcuni tra gli innumerevoli episodi di mancata assistenza nei confronti delle donne e dei loro bambini  in zone di guerra, bombardate e poi sfollate, di violenza e di discriminazione nei processi di riabilitazione e ricostruzione post-conflitto, di violenze connesse alla presenza di contingenti in funzione di peace-keeping o di basi militari, di violenza nelle carceri e nei centri di raccolta dei migranti.

Mediterranea è nata per contribuire a contrastare sul terreno dell’informazione la parzialità e il provincialismo eurocentrico e sessista con cui spesso si guarda a fenomeni globali riflessi in ambito mediterraneo, in primo luogo le guerre e le diseguaglianze, “dal punto di vista delle donne e dei bambini”.

La messa in discussione dei diritti, della vita stessa delle donne ovunque si manifesti è un attacco ai diritti di tutte: viviamo in un mondo globalizzato e di ‘transito’ di persone, idee, paure, violenze ma anche di resistenze e progettualità femminili che vogliamo far conoscere e sostenere.

In ragione della storia comune di tante di noi sulle sponde del Mediterraneo continuiamo ad opporci alle conseguenze tragiche e ai giustificazionismi della violenza di genere sotto ogni cielo.

DONNE E MAFIE

L’azione di contrasto alla mafia e alle mafie, nella società, all’interno delle istituzioni e dentro i palazzi di giustizia connota il nostro modo di lottare contro la violenza di genere e ogni genere di violenza. Da sempre le donne siciliane e catanesi dell’UDI contrastano la struttura patriarcale della famiglia mafiosa: la destrutturazione di quel modello coincide oggettivamente con la destrutturazione del patriarcato.

Le mafie vecchie e nuove, infatti, alimentano violenze inaudite e inaccettabili quali prostituzione e tratta, violenza su donne migranti, caporalato, ecc. Per combatterle efficacemente è necessario aggiornare ed accrescere la nostra capacità di conoscenza e di analisi su ciò che accade oggi, sotto gli occhi di tutti noi, spesso disattenti e indifferenti.

Non possiamo consentire che le violenze sulle donne diventino in qualche modo “accettabili”, come accade rispetto alla prostituzione dai più considerato “il mestiere più antico del mondo”. Di contro affermiamo con forza che la prostituzione è uno dei più spietati business della mafia, gestito sulla pelle delle Donne più povere del mondo e che il mestiere più antico del mondo è quello dello “sfruttatore”.

Così come non possiamo tacere del ruolo crescente che le donne di mafia rivestono all’interno delle organizzazioni, con effetti devastanti sul terreno della formazione di modelle culturali e comportamentali che si affermano dentro e fuori la famiglia.

 QUESTA STORIA È LA MIA

In un’epoca in cui la libertà è diventata irreversibilmente la misura e l’orizzonte di senso dell’agire delle donne e, contestualmente, essa viene in vario modo ostacolata, snaturata, minacciata, come viene “calcolato” e raccontato il rischio (fisico, emotivo, esistenziale ecc.) di per sé connaturato ad ogni scelta?

Si analizzeranno testi di autrici come Karen Blixen, Etty Hillesum, Judith Rossner ed altre, collegandosi a film, biografie, opere varie, per costruire insieme un’area di riferimento ” germinativa” di ulteriori esperienze di riflessione e studio personali o collettive.

Quest’anno “Questa storia è la mia” non valorizza tanto una storia emblematica di una protagonista della nostra storia politica quanto piuttosto la capacità della scrittura di alcune autrici, non sempre adeguatamente conosciute, di includere nella loro narrazione la dimensione del rischio delle donne e una delle pratiche politiche alla base del protagonismo femminista: la necessità/dovere di tramandare il filo di una storia in evoluzione.

La consideriamo un’iniziativa di valorizzazione, recupero, custodia della memoria della cultura e delle pratiche delle donne, del protagonismo femminista, della responsabilità di consegnare alle nuove generazioni una storia che continua.

 SOSTEGNO Al 2° MANIFESTO DELLE DONNE E DELLE RAGAZZE DISABILI

La riflessione sulla “dimensione del rischio nella vita delle donne e delle ragazze disabili” è centrale nel lavoro politico di questi 8 mesi, non ci sarà più strategia politica di UDI Catania che non comprenda questo tema.

Un mondo inclusivo è il mondo che vogliamo, l’abilità fisica o mentale non può essere una condizione di privilegio sociale, diritti delle persone disabili non possono non essere riconosciuti come diritti civili.

Il tema della discriminazione multipla che colpisce donne e ragazze disabili non è stato recepito adeguatamente dal femminismo. Noi sappiamo che non sarà mai più assente dai nostri pensieri, dalle nostre pratiche, dalle nostre strategie politiche: noi femministe dell’UDI Catania contrasteremo la sottovalutazione e il silenzio che rende “normale” la discriminazione, la segregazione, la limitazione della libertà delle donne e delle ragazze disabili.

Vogliamo una storia politica comune, vogliamo ascoltarne e imparare, includere conoscere e condividere storie e lotte. In questi 8 mesi porteremo nelle scuole la riflessione sull’abilismo interiorizzato, allo stesso modo in cui riflettiamo e contrastiamo la misoginia interiorizzata.

Mai più senza le donne e le ragazze disabili.

 STEREOTIPA

Una inaccettabile violenza avvolge la vita delle donne: le pratiche culturali all’interno della famiglia violenta e nel contesto della comunità dove si manifestano persino forme di violenza perpetrate e/o “condonata” dallo Stato.

“STEREOTIPA” è il concorso che investe le scuole catanesi di ogni ordine e grado e rinnova ogni anno il patto dell’UDI con le ragazze e i ragazzi per il contrasto agli stereotipi di genere e ad ogni forma di violenza, a partire da quella sessista.

È un modo per pensare e volere un mondo più giusto per tutte/tutti.

Questa articolazione dei nostri lavori può e deve aprire una riflessione sull’immagine sedimentata di donne e uomini, sul futuro che non possiamo rinunciare a costruire.

La crisi di un modello di valori secolari genera e accresce la violenza, ma può essere un’occasione per aprire spazi di libertà, un’opportunità perché le ragazze e i ragazzi di oggi possano reinventare la loro collocazione nel mondo. Il nostro percorso si muove alla ricerca di solidarietà e collaborazione, con lo scopo di perseguire obiettivi di educazione a una cittadinanza di genere e di promozione della cultura della non discriminazione.   Per questo motivo si concluderà con la “premiazione” dei lavori delle scuole: una festa di incontro e condivisione, l’occasione per progettare i prossimi 8 mesi.

V° edizione Stereotipa   BANDO DI CONCORSO “La dimensione del rischio nella vita delle donne”  anno 2018-2019

L’UDI Catania, nell’ambito delle iniziative della quinta edizione di “Stereotipa”, indice il concorso “La dimensione del rischio nella vita delle donne” rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, alle università e ai centri culturali. Il concorso è finalizzato a promuovere il superamento degli stereotipi sessisti, anche attraverso la memoria della cultura e delle pratiche delle donne. Avvertiamo la necessità/diritto/dovere di tramandare il filo della storia femminile a ragazze e ragazzi; dare riconoscimento ed evidenza a modelli e contenuti favorevoli allo sviluppo di opinioni e comportamenti non precostituiti, non generalizzati non semplificati, idonei a contrastare gli stereotipi di genere che si diffondono già tra le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi. Consideriamo questo un primo intervento possibile per contrastare la violenza di genere.

La cultura patriarcale ha occultato, impedito e svilito il contributo delle donne allo sviluppo socio-culturale-economico locale, nazionale, internazionale, lo ha cancellato, non riconoscendolo o non   riconoscendone il diverso segno e valore. La cancellazione della memoria del contributo femminile   ha penalizzato le donne e l’umanità tutta, limitando possibilità ed opportunità di un mondo più giusto, equo, evoluto.

Quest’anno vogliamo portare alla luce la “dimensione del rischio” che quotidianamente le donne vivono, i diritti violati a partire dalle situazioni più gravi, dovunque si manifestino. Vogliamo contrastare la “non interferenza” che rende complici, rende possibile la “invisibilità” che ha nascosto per lungo tempo gli abusi contro donne e bambine.

 

Tra i possibili temi di lavoro:

Stereotipi sessisti all’interno di famiglie violente

Stereotipi sessisti all’interno delle relazioni donne/uomini

Stereotipi sessisti tollerati dalla società

la violenza multipla che colpisce donne e ragazze disabili

la violenza multipla che colpisce donne e ragazze immigrate

la violenza su donne e bambini in contesti di conflitto (guerre, ricostruzioni post conflitto…)

….

Obiettivi: promuovere la riflessione sulle dinamiche culturali patriarcali e sessiste responsabili dell’invisibilità e della discriminazione di genere; incoraggiare la promozione di modelli per ragazzi e ragazze utili alla costruzione di nuove relazioni secondo modelli rispettosi della femminilità e della maschilità in alternativa alla tradizione maschilista.

Al centro della riflessione delle\gli studenti sarà il valore di ciascuna persona uomo/donna come soggetto unico e differente contro la gabbia degli stereotipi di genere, radicati nei comportamenti\parole\atteggiamenti, osservati nelle relazioni quotidiane, nel mondo degli adulti e dei pari, nei saperi\libri, nei media, nella vita quotidiana.

A tal fine saranno messi a disposizione delle scuole, per le attività che esse condurranno, gli archivi di documenti e l’esperienza delle socie dell’UDI Catania per realizzare una campagna di cittadinanza attiva nella prospettiva di genere. Il progetto prevede un’azione di consulenza, sensibilizzazione ed educazione al rispetto della differenza di genere.

Catania, 25 settembre 2018 – UDI Catania  Giovanna Crivelli – Adriana Laudani