“Un enorme passo indietro che compromette la protezione delle donne in Turchia, in Europa e anche oltre” ha dichiarato Marija Pejcinovic Buric, segretaria generale del Consiglio d’Europa dopo l’annuncio che la Turchia si sarebbe ritirata dalla Convenzione per la protezione delle donne dalla violenza firmata da 34 Stati europei a Istanbul nel 2011. “La Convenzione – ha aggiunto – è considerata lo standard internazionale per la protezione delle donne dalla violenza che subiscono quotidianamente.”

Il 20 marzo, infatti, con un un decreto presidenziale, che ha suscitato le critiche dei principali partiti dell’opposizione turchi, Recep Tayyip Erdogan, ha cancellato la propria firma dalla Convenzione con la motivazione che il documento mina l’unità familiare, incoraggia il divorzio e dà spazio alla comunità Lgbt.

Con il ritiro dalla Convenzione, verrà meno anche la tutela che la Convenzione stabiliva contro le mutilazioni genitali femminili.

La decisione è arrivata dopo gli arresti delle donne che hanno partecipato alla manifestazione notturna dell’8 marzo, accusate di “vilipendio al Presidente” per lo slogan “Tayyip scappa scappa scappa, arrivano le donne!” e “Chi non salta Tayyip è!”

Già da molti mesi sono in corso, in Turchia, manifestazioni contro la violenza sulle donne, un fenomeno che in quel paese sta raggiungendo cifre altissime. E in queste ore in tutta la Turchia, tante donne stanno manifestando manifestazioni per protestare contro il ritiro dalla Convenzione.