Secondo un nuovo rapporto di Amnesty International durante i 22 giorni del recente conflitto a Gaza e nel sud d’Israele, le forze israeliane hanno ucciso centinaia di civili palestinesi disarmati e distrutto migliaia di abitazioni, mediante attacchi che hanno violato le leggi di guerra.’L’assenza di adeguate indagini sul comportamento delle proprie forze a
Gaza, crimini di guerra inclusi, e il continuo rifiuto di cooperare con la
missione di accertamento dei fatti dell’Onu, diretta da Richard Goldstone, sono la prova dell’intenzione da parte di Israele di evitare un confronto pubblico e di riconoscere le proprie responsabilita” – ha dichiarato {{Donatella Rovera, che ha guidato la missione di ricerca di Amnesty International a Gaza}} e nel sud d’Israele durante e dopo il conflitto.
_ ‘La
comunita’ internazionale, a partire dal Consiglio di sicurezza, deve
esercitare tutta la sua influenza per ottenere che Israele cooperi
pienamente con l’inchiesta di Goldstone, che risulta attualmente lo
strumento migliore per stabilire la verita”.

Hamas e altri gruppi armati palestinesi hanno lanciato centinaia di razzi
contro il sud d’Israele, uccidendo tre civili israeliani, ferendone decine
e costringendo migliaia di persone a lasciare le proprie case. ‘Questi
attacchi illegali costituiscono crimini di guerra e sono inaccettabili’ –
ha precisato Rovera.

Il rapporto, lungo 117 pagine e basato su prove raccolte dai delegati di
Amnesty International (tra i quali anche un esperto militare) a gennaio e
febbraio, documenta l’{{uso da parte di Israele di armi da campo aperto
contro la popolazione civile di Gaza}}, intrappolata e senza possibilita’ di
fuga.

La scala e l’intensita’ degli attacchi contro Gaza sono state senza
precedenti: il totale di 1400 palestinesi uccisi dalle forze israeliane
comprende circa 300 bambini e altre centinaia di civili che non stavano
minimamente prendendo parte al conflitto.

{{Molte delle vittime sono state uccise da armi ad alta precisione}}, grazie
all’uso di droni dotati di visori di eccezionale qualita’ che consentivano
di osservare i bersagli nei minimi dettagli. Altre sono state uccise da
armi prive di precisione, tra cui i razzi lanciati dall’artiglieria e
contenenti fosforo bianco, mai usato prima di allora a Gaza; armi che non
dovrebbero mai essere impiegate in aree densamente popolate.

Amnesty International ha riscontrato come le vittime degli attacchi su cui
ha condotto le indagini non siano rimaste uccise nel fuoco incrociato tra
miliziani palestinesi e soldati israeliani e non stessero nascondendo
miliziani o altri obiettivi militari.
_ Molte sono state uccise durante il
bombardamento delle loro case, nel sonno, mentre sedevano in cortile o
stendevano il bucato. Bambini sono stati colpiti mentre giocavano sul
letto o sul tetto delle case oppure all’esterno delle abitazioni.
_ Personale medico e mezzi di soccorso sono stati presi di mira mentre
cercavano di soccorrere i feriti o recuperare le vittime.

‘{{La morte di cosi’ tanti bambini e di altri civili non puo’ essere
semplicemente liquidata come ‘danno collaterale}}’, come sostenuto da
Israele’ – ha commentato Rovera. “Molte domande rimangono ancora in attesa
di risposta, sulle modalita’ degli attacchi cosi’ come sul fatto che
questi sono andati avanti senza sosta, nonostante il numero delle vittime
civili continuasse a salire’.

{{Gli attacchi israeliani hanno distrutto oltre 3000 abitazioni}} e ne hanno
danneggiate altre 20.000, riducendo in macerie intere zone di Gaza e
mandando in rovina una situazione economica gia’ critica. Molte
distruzioni sono state indiscriminate e non motivate da alcuna ‘necessita’
militare’.

L’esercito israeliano non ha risposto alle richieste di Amnesty
International, presentate piu’ volte negli ultimi cinque mesi, di fornire
informazioni sui casi specifici citati nel rapporto diffuso oggi ne’ ha
accettato di incontrare esponenti dell’organizzazione per discuterne le
conclusioni.
_ {{‘Dal canto suo, Hamas ha continuato a giustificare il lancio quotidiano di
razzi,}} da parte dei suoi miliziani e di altri gruppi armati palestinesi,
contro citta’ e villaggi del sud d’Israele per tutti i 22 giorni del
conflitto’ – ha proseguito Rovera. ‘Sebbene meno letali, questi attacchi
mediante razzi privi di guida, che non possono essere diretti contro
obiettivi specifici, violano il diritto umanitario e non possono essere
giustificati in alcuna circostanza’.

Oltre ai razzi Qassam fabbricati in casa, i miliziani palestinesi hanno
spesso lanciato razzi Grad a lunga gittata, entrati a Gaza attraverso i
tunnel che passano sotto la frontiera con l’Egitto. Questi hanno
raggiunto zone piu’ interne d’Israele e hanno posto in pericolo la vita di
molti altri civili israeliani.

‘Cinque mesi dopo, {{nessuna delle due parti ha mostrato la minima
inclinazione a modificare la propria condotta}} e ad aderire al diritto
umanitario, facendo in questo modo prospettare il rischio che i civili
subiscano ancora una volta le conseguenze peggiori, in caso di ripresa del
conflitto’ – ha osservato Rovera.

Sulla base del diritto internazionale, agli stati compete la
responsabilita’ di esercitare la giurisdizione universale e avviare
indagini penali nei tribunali nazionali, laddove vi siano prove
sufficienti di crimini di guerra e di altri crimini di diritto
internazionale, nonche’ di procedere ad arresti e portare di fronte alla
giustizia i presunti responsabili.

‘Agli autori di crimini di guerra e altre gravi violazioni dei diritti
umani non puo’ essere consentito di evadere le proprie responsabilita’ ed
evitare la giustizia’ – ha concluso Rovera.

Tra le varie raccomandazioni, il {{rapporto di Amnesty International chiede
agli stati di sospendere tutti i trasferimenti di munizioni,
equipaggiamento e assistenza militare a Israele, ad Hamas}} e ad altri
gruppi armati palestinesi, fino a quando vi sara’ il rischio sostanziale
che dette forniture potranno essere usate per commettere gravi violazioni
del diritto internazionale.

Il rapporto, inoltre, chiede a Israele d’impegnarsi a non condurre
attacchi diretti, indiscriminati o sproporzionati contro i civili, a non
usare artiglieria, mortai e fosforo bianco in aree densamente popolate e a
porre termine al blocco nei confronti della Striscia di Gaza, che
rappresenta una punizione collettiva contro l’intera popolazione.

Infine, il rapporto sollecita Hamas a porre fine al lancio di razzi contro
i centri abitati israeliani e a impedire ad altri gruppi armati
palestinesi di compiere attacchi del genere.