Che bello sarebbe un gran finale con una vittoria su un referendum contro l’attuale legge elettorale.
Il 16 giugno è partita l’iniziativa per affondare una pessima legge elettorale.
E’ nato! È nato il comitato promotore: una rosa di adesioni che fanno ben sperare: Claudio Abbado, Salvatore Accardo, Maurizio Pollini, Tullio De Mauro, Mario Pirani, Umberto Ambrosoli, Alberto Asor Rosa, Gae Aulenti, Andrea Carandini, Luigi Brioschi, Vittorio Gregotti, Renzo Piano, Carlo Federico Grosso, Benedetta Tobagi, Franco Cardini, Luciano Canfora, Margherita Hack, Carlo Feltrinelli, Inge Feltrinelli, Rosetta Loy, Giovanni Sartori…

{{Il primo quesito}} riguarda il premio di maggioranza per la lista più votata alla Camera, il secondo il premio di maggioranza per la lista più votata al Senato e il terzo l’abrogazione delle candidature multiple. L’attuale legge elettorale prevede un sistema proporzionale con premio di maggioranza, di cui possono beneficiare singole liste o coalizioni.

{{Il secondo quesito}} con il primo abrogano l’assegnazione del premio alle coalizioni, sia alla Camera sia al Senato. Il premio di maggioranza viene così attribuito alla lista singola che abbia ottenuto il maggior numero di seggi. Restano, invece, le norme sull’indicazione del “capo della forza politica” e quelle sul programma elettorale. La soglia di sbarramento viene elevata al 4 per cento alla Camera e all’8 per cento al Senato

{{Il terzo quesito}} intende cancellare la possibilità per il candidato eletto in più circoscrizioni di optare per uno dei seggi ottenuti, consentendo ai primi dei non eletti di subentrargli. Grazie a questo meccanismo, nell’attuale legislatura un terzo dei parlamentari è stato scelto, dopo le elezioni, sulla base delle decisioni di chi era stato eletto. Se passerà il quesito referendario verrà abrogata la possibilità di candidature multiple alla Camera e al Senato.

{{Le 500.000 firme per questo referendum andrebbero raccolte entro settembre}}. Ce la possiamo fare!

Quella che andremmo a modificare è {{la peggior legge elettorale della storia italiana.}}

Verrebbe finalmente cancellato il premio di maggioranza dato a una minoranza.
Non si voterebbe più per il capo del Governo, la scelta tornerebbe nelle mani del Presidente della Repubblica come chiede la nostra Costituzione

Se il referendum venisse approvato toglierebbe poi dall’imbarazzo anche non pochi rappresentanti della sinistra che si stanno scervellando su un possibile governicchio per modificare la legge che rischierebbe tra veti incrociati nuovi congelamenti.

Così abrogata la legge ritornerebbe ad essere una legge proporzionale e non maggioritaria. E questo significherebbe una maggiore possibilità per le donne di entrare in Parlamento. Come non ricordare le tante donne che avevano optato per il maggioritario ma alla fine si erano dovute ricredere alla prova dei fatti. Questo sistema aveva allontanato una significativa percentuale di donne da Camera e Senato

{{Io firmo!}}