La lettera scarlatta non è una protesta, né un’indicazione elettorale, è il nostro
invito a tutte ad esprimere la consapevolezza che in diritto al voto conquistato
dalle madri è stato precettato dagli uomini già nel potere. In questo tempo, uomini
trattano e distribuiscono i posti in Parlamento prima ancora che si vada alle urne. Noi sappiamo dalle donne e da noi stesse che promesse, programmi non costituiscono
impegni per chi li pronuncia. Sappiamo che il vero scambio è già pattuito, che la
libertà delle donne rappresenta per i partiti un pericolo, non un diritto che fa
vivere la democrazia.

Tenere sotto controllo la libertà delle donne, si fa! Si fa nel potere senza bisogno
di nominarla. È questo che chiamano la libertà di coscienza per ogni eletto, o
meglio designato, di esprimersi in Parlamento, in Senato, nelle Amministrazioni.
_ Dicono: non è materia di confronto, sono i valori che ognuno porta con sé.
E li hanno visti tutti questi valori: uno dei paradigmi sta in quelle donne usate
come scambio per le transazioni economiche e di potere, come schiave. La nostra
facoltà di scelta nel generare, la cura che esprimiamo per l’ambiente e le
relazioni, dove nasce ogni diritto, sono tenute in ostaggio, con le leggi ed un
patto sociale ingiusto.

Noi {{abbiamo mostrato e detto che i luoghi nei quali vengono prese le decisioni sono
resi immobili da uomini}}. È l’alternanza tra loro o le loro famiglie dove le donne
sono accessori necessari, da tenere a bada: con favori apparenti, blandizie
stucchevoli, agitando la minaccia di togliere ciò che è “concesso”, inclusa la vita.

{{Noi siamo oltre le astuzie della sopravvivenza}}.
_ Non siamo più costrette solo a
difenderci: quando il controllo è esercitato su beni indisponibili non è legittimo.
{{La libertà è il nostro bene indisponibile}}.

Noi diciamo che è venuto il momento di
agire a viso aperto la nostra parte nel vero conflitto che agita la politica, di
svelare che tutto quello che sta avvenendo tra gli uomini ha per oggetto la contesa
sul nostro corpo fertile. Siamo libere, anche di fronte ad una legge elettorale che
deliberatamente serve ad ingannarci, e non c’inganna.

Noi diciamo tutto questo con la nostra D di donna, che è memoria e rappresentazione
del nostro essere, nonostante il marchio che imprimono al nostro essere
autodeterminate: la A di adultera.

Noi porteremo la nostra lettera e sarà la
rappresentazione di una volontà che non è dentro il campionario dei partiti, ma che
sarà il simbolo della piena libertà di esprimersi davanti alle urne, in quello che è
un diritto e non un obbligo.
_ La responsabilità che sempre ci assumiamo è la lettera
scarlatta, l’abbiamo scritta per indossarla ed imprimerla nella politica di questo
tempo.