Berlusconi e Grillo, entrambi avanti negli anni, sembrano condividere la stessa marca del maschilismo italico, così segnato dal ventennio fascista viriloide. Nel giro di pochi giorni si sono esibiti, tanto per non perdere l’abitudine, o personalmente o tramite (Grillo) i suoi guerrieri invincibili, nel linguaggio da bar o da strada. Un abbastanza giovane deputato ha chiamato pompinare tutte le parlamentari Pd e subito, su Facebook, addirittura un residuato “bellico” dei fondamentalisti comunisti italiani, ha postato una vignetta con l’invito a immaginare (in azione erotica pro’ maschi) la solita Rosy Bindi; già insultata, in quanto donna, dal macho Berlusconi ; a suo tempo. Berlusconi in trasferta elettorale in Sardegna, non ha perso l’occasione per i complimenti anni cinquanta, alle donne presenti e per ostentare lo solita fobia omosessuale. Però Grillo ha superato il maestro. Alla presidenza della Camera dei deputati c’è una donna che ai grillini non piace. Per carità, liberi di criticarla. E di trovarla antipatica. Ma perché è una donna che fare se non andare liberamente oltre le legittime critiche politiche, invitando gli elettori maschi a fantasticare uno stupro simbolico? Più o meno, sul Blog di Grillo, è apparsa la provocazione con tanto di video: “ e se ti trovassi in auto con Laura, cosa succederebbe?”. Una valanga d’interventi: c’è chi la mollerebbe sulla strada a fare la prostituta. C’è chi, ovviamente, “se la farebbe”, eccetera su questa linea. E ci siamo: come si “punisce” da che mondo patriarcale esiste, una donna che non si piega, non si sottomette, anzi esibisce forza, scioltezza, stima di sé? Che non si limita a identificarsi con la maternità e la sponsalità devota? E’ scritto anche nel Sacro Corano: le mogli ribelli “battetele”! Più o meno, si racconta, così fece il Valentino, figlio di Papa Borgia, quando riuscì a conquistare Imola difesa ad oltranza da Caterina Sforza. Entrato nella fortezza la prese e la stuprò. Sorprende il silenzio dei guerrieri; ma, soprattutto, delle guerriere del nobile Grillo. E viene in mente quanto racconta il filosofo Emmanuel Levinas, ebreo lituano che si fece cinque anni in un campo vicino a Hannover (Stalag 1492). La sera i prigionieri, dopo il lavoro forzato, attraversavano il paese e la gente distoglieva lo sguardo da loro, perché era proibito dimostrare la minima pietà per gli ebrei. Però c’era un cane che andava loro incontro festosamente. Levinas scrive: “In questo paese c’era dunque ancora un uomo. Ma era un cane”. Pare che il Nobile Capo fiondatosi a Roma, abbia invitato gli esagitati suoi guerrieri a moderare i toni verbali in Parlamento, perché basta e avanza lui, fuori del parlamento. Quelli avevano capito che si poteva sfoderare tutto l’armamentario della buona educazione sessista catto familiare. Poi Grillo li ha risarciti della limitazione con l’invito allo stupro simbolico contro la Laura; e le donne 5Stelle zitte.