“Questo libro è stato costruito su una montagna di roba: film, libri, poesie, notizie di cronaca, femministe il cui lavoro meritava d’essere citato, donne normali la cui storia aveva attinenza con gli argomenti trattati, miti che sembrava potessero spiegare tutto“ dice Jude Ellison Sady Doyle nell’Appendice del libro, in cui spiega le sue fonti. E il sottotitolo – Il patriarcato e la paura delle donne – annuncia l’intera impostazione di “Il mostruoso femminile“.

Nel suo studio, l’autrice passa al setaccio innumerevoli figure femminili, dal mito alla leggenda, dalla letteratura alla psicologia, dalla vita vera alla cinematografia. Vi troviamo prodotti culturali di consumo provenienti dal XX e dal XXI secolo (storielle da pigiama party, racconti popolari, documentari true crime e film horror, a cominciare dalla giovane Regan de “L’esorcista“) ma anche la dea babilonese Tiamat e la biblica Lilith.

Sono tutte figure storicamente insofferenti all’ordine-potere prestabilito e che per questo vengono mostruosamente trasformate dalla cultura dominante (cioè patriarcale) in soggetti ripugnanti o patologici pericolosi, da neutralizzare e, possibilmente, annientare. Comunque da controllare.

Queste orrende metamorfosi originano dalla violenza e sfociano nella violenza, non più solo nel mito e nella fantasia, ma nel quotidiano attuale di ogni donna, in contesti politici e socio-economici trasversali all’intera società del XXI secolo. Quest’acuta (e talvolta ironica) visione dell’autrice è totalmente giovane, e non tanto per la radice culturale: è disincantata, cruda, priva di orpelli e di quel romanticismo appartenuto al femminismo d’un tempo che credeva di poter conciliare la propria vita con la necessaria rivoluzione inclusiva delle donne (e che si sta rivelando ai nostri occhi con delusione cocente, e crescente).

Nella seconda parte del libro, quella dedicata alle “Mogli“, Jude Ellison Sady Doyle dice: “Per molte la libertà sessuale è solo una tappa nel viaggio verso la meta: la grande domesticazione, il matrimonio che dovrebbe essere il nostro lieto fine, ma che invece è la nostra fine e basta“. La tesi è lucidamente espressa, senza ombra di illusione alcuna. E ancora: “Gli uomini hanno bisogno dei figli se vogliono governare il mondo – senza di loro, infatti, non ci sarebbe nessun mondo – ma non possono crescerli da soli. E alle donne, che devono essere tenute lontane dai posti di potere, serve qualcosa da fare che consumi tutte le loro ambizioni, lo spazio nel loro cervello o il tempo che impiegherebbero in attività sovversive. Perciò, il patriarcato ha creato la madre…

Alla radice di tutte le teorie riguardo alla natura maligna delle donne c’è la paura, la paura dei maschi per quella primordiale forza matriarcale, vasta, oscura e antica come l’oceano che le donne possiedono, che siano Figlie, Mogli, Madri (sono, queste, le tre parti in cui Jude Ellison Sady Doyle divide “Il mostruoso femminile”). Sono, dice l’autrice, gli “unici tre ruoli che una donna può ricoprire all’interno del patriarcato“ e la violenza è necessaria a tenerla inchiodata lì.

Il patriarcato è vivo e vitale, con i suoi valori violenti si nutre di noi, detta le regole ed i nostri destini, nessuna deviazione è lecita, nessuna diversità è ammessa e nessun progresso è abbastanza vicino per illudersi ancora. La presa di coscienza resta il fulcro di un possibile nuovo inizio: “E’ spaventoso ammettere la violenza del patriarcato ma, finchè non lo faremo, sarà impossibile anche solo immaginare un’alternativa”.

La via è davanti a noi, l’autrice la vede chiara dal limitar del bosco, dal luogo oscuro in cui, seppure emarginate, possiamo ritrovare il nostro potere perduto che tanta paura incute al sistema sessista e misogino. Comprendendo che la violenza del patriarcato nasce da quella paura, le donne possono dar corso all’Apocalisse: “Se solo le donne comprendessero quanto fragile sia il dominio maschile, tutto potrebbe cambiare.

La dice lunga la dedica del libro: “A mia figlia, possa essere feroce“. Questa visione dell’esistente avrà fatto guadagnare certamente anche a Jude Ellison Sady Doyle l’etichetta di Mostro“ : meritatissima, non c’è che dire.

Jude Ellison Sady Doyle, Il mostruoso femminile – Il patriarcato e la paura delle donne. Traduzione di Laura Fantoni. Tlon Editore, 2021