CERVIA, provincia di Ravenna, ex Stato Pontificio in maggio andrà alle elezioni per il rinnovo dell’amministrazione comunale. Gareggiano –si fa per dire- i candidati di vari schieramenti politici. La posta in gioco è di quelle assai succulenti: il PD, formato ora da ex democristiani ed ex Pci, potrebbe perdere la maggioranza. Il Pci ha governato per decenni senza il bisogno di mescolarsi con altri, ma poi la storia ha virato da un’altra parte e tra ulivi e querce negli ultimi anni, ha condiviso il governo del comune e anche la corsa pazza al consumo scriteriato di suolo. Neo liberismo e neo integralismo cristiano , ovvero mercato senza freni in un mondo globalizzato e corsa a consolidare mondi valorici apparentemente rassicuranti , qui e là si raccordano e si integrano. I parroci del comune di Cervia hanno scritto una “lettera aperta” ai candidati, intimando una risposta a proposito di alcuni punti fermi per i cattolici. Il mio commento Un vero tuffo nel mio passato di bambina: quando il gesuita padre Riccardo Lombardi, detto “il microfono di Dio”si affacciò, in piena campagna elettorale, dalla loggia del vescovado per un comizio contro i comunisti. Era l’anno 1948, il primo delle elezioni repubblicane del parlamento. Mi riferisco alla “lettera dei parroci “ ai candidati sindaci alle elezioni amministrative del prossimo maggio. Mi sorge un interrogativo: il vescovo si è dimenticato di informare i parroci di Cervia del prossimo Sinodo e di distribuire a loro il documento preparatorio “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’Evangelizzazione “? I parroci del Comune illustrano i punti rispetto ai quali i candidati sono perentoriamente invitati a esprimersi “con chiarezza”a favore o contro. Con quali conseguenze se contrari in un punto o due, o tutti? Verranno indicati durante le omelie come indegni di essere eletti alla carica di sindaco perché non risponderebbero alle esigenze dei cristiani cervesi? Il documento preparatorio al Sinodo dei Vescovi che inizierà nel corso del presente anno, nomina “la crisi sociale e spirituale che stiamo vivendo”, invitando a considerarla “una sfida pastorale, che interpella la missione evangelizzatrice della Chiesa “. Perché “si profilano oggi problematiche inedite fino a pochi anni fa, dalla diffusione delle coppie di fatto (…) alle unioni fra persone dello stesso sesso.” Il questionario contiene anche una domanda rispetto alla “legge naturale”: quale posto occupa “nella cultura civile, sia a livello istituzionale, educativo e accademico, sia a livello popolare.”; “come viene contestata nella prassi e nella teoria la legge naturale sull’unione tra l’uomo e la donna in vista della formazione di una famiglia ?” Si potrebbe a questo proposito aggiungere che la Chiesa di papa Francesco forse apre all’interrogativo se si deve ancora considerare la legge naturale come l’astratto dato biologico . E poi storicamente non esiste un solo modo di fare coppia e famiglia. Una domanda riguarda l’atteggiamento delle chiese locali e particolari “ di fronte allo stato civile promotore di unioni civili tra persone dello stesso sesso, sia di fronte alle persone coinvolte in questo tipo di unione.” Perché i cristiani fanno parte dell’umanità sottoposta a grandi, epocali, mutamenti sociale e “spirituali”. Mentre lo stile della lettera aperta dei parroci è priva di problematicità, lo stile del documento e del questionario, che intende verificare come la pensano proprio i cristiani, concentra l’attenzione sull’esperienza delle persone più che sui problemi teorici. Confermando la linea , defilata, voluta da Papa Francesco rispetto alla politica e allo Stato ; ormai anche evidente nel comportamento della Conferenza Episcopale Italiana.