1cDa 30 anni non parliamo di un pianeta migliore, lo facciamo.

La nostra associazione è fatta di persone che vedono il mondo con gli stessi occhi e si impegnano per un futuro verde e di pace. Non perderti il nostro video. Lo trovi a questo indirizzo : http://www.greenpeace.org/italy/it/chisiamo/storia/30anni/?

Da sempre preferiamo agire invece di parlare: una selezione delle nostre azioni più rappresentative e significative verranno esposte dal 14 al 28 luglio al MAXXI di Roma, Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Questa mostra fotografica “30 ANNI E NON METTIAMO LA TESTA A POSTO” ripercorre in 30 pannelli la nostra storia, dalla fondazione ad oggi; c’è tutto il nostro mondo in queste foto: gli attivisti arrampicati sulle ciminiere, i volontari e i sostenitori che marciano in piazza per un futuro migliore, ma anche delle persone insieme alle quali e per le quali conduciamo le nostre battaglie.

La mostra, gratuita, è aperta nei seguenti giorni/orari:

Martedì–Venerdì ore 11-19, Sabato ore 11–22, Domenica ore 11-19. Lunedì chiuso.

È il 1986, infatti, quando viene aperto un piccolo ufficio a Roma, non lontano dal Circo Massimo. David McTaggart – uno dei fondatori di Greenpeace International – partecipa alla nascita dell’ufficio, che considera una prima tappa per l’espansione nel Mediterraneo. 30 anni vissuti di corsa, nei quali Greenpeace Italia ha partecipato a tutte le grandi campagne dell’organizzazione: per le foreste, gli oceani, l’agricoltura sostenibile, le energie pulite, contro i cambiamenti climatici e l’inquinamento, per un futuro di pace.

2aPer dirla con uno dei grandi fotografi della Magnum, Josef Koudelka, “Se una foto è buona racconta molte storie diverse”. Infatti c’è tutto il mondo di Greenpeace in queste immagini. Ci sono i volti degli attivisti arrampicati sulle ciminiere, dei volontari e i sostenitori che marciano in piazza per un futuro migliore, ma anche delle persone insieme alle quali e per le quali conduciamo le nostre battaglie, come gli apicoltori in difficoltà per i pesticidi immessi nell’ambiente o le vittime dell’inquinamento industriale.

Arriva Greenpeace  –  L’ufficio italiano apre all’indomani del disastro di Cernobyl e le prime azioni sono contro il nucleare, in particolare contro il trasporto delle scorie. In quegli anni l’attenzione è anche su Porto Marghera, alle porte di Venezia, epicentro di un disastro ambientale: veleni scaricati in laguna, rifiuti tossici interrati, limiti sforati di continuo. E Greenpeace c’è, con azioni dimostrative, rilevamenti e denunce alla Magistratura. Arrivano poi le prime vittorie: la lotta ai CFC, gas killer dell’ozono, è la storia di un successo internazionale a cui Greenpeace contribuisce in maniera determinante: grazie al Protocollo di Montréal il “buco dell’ozono” inizia a richiudersi.

2cContro OGM e pesca pirata  –  Greenpeace si batte contro i pirati dei mari, che si spostano da una zona di pesca all’altra, dalle coste dell’Africa alle isole del Sud del Pacifico, senza preoccuparsi dell’impatto che la loro attività di pesca ha sull’equilibrio degli ecosistemi marini e sfruttando bandiere di comodo. Anche contro le fonti fossili e per le rinnovabili siamo sempre in azione: in occasione del G8 del 2001 un attivista si incatena all’ancora di una petroliera nel porto di Savona. Non ci arrendiamo mai. Per fermare la soia OGM i climber collocano un enorme striscione sui silos del porto di Ravenna, mentre in contemporanea la nave Esperanza blocca un carico di soia OGM argentina nel porto di Chioggia.

Per bloccare il nucleare e salvare il clima  –  A Fukushima, in Giappone, si verifica l’incidente nucleare più disastroso dopo Cernobyl. Qualche mese dopo si tiene il referendum sul nucleare in Italia e all’inizio della finale di Coppa Italia, i climber aprono un mega striscione allo stadio Olimpico, a Roma. A giugno del 2011 vota contro il nucleare il 95 per cento degli italiani al voto. Tra le azioni spettacolari anche quella alla vigilia del vertice del G8 all’Aquila: un attivista in parapendio vola vicino alla ciminiera della centrale a carbone di Vado Ligure per chiedere ai leader mondiali di agire per fermare i cambiamenti climatici. E qualche anno dopo, a Venezia, arriva la Rainbow Warrior!

Accendiamo il sole  –  Per il nostro compleanno non spegniamo le candeline, ma accendiamo il sole!Vogliamo installare un impianto fotovoltaico a Lampedusa, come esempio di rivoluzione energetica.Grazie a questo impianto eviteremo l’emissione di quasi 300 tonnellate di CO2 e aiuteremo l’isola a dirigersi verso un futuro più verde e di pace. Un futuro 100% rinnovabile non è utopia, ma un progetto concreto che ha bisogno di te.

Per i nostri 30 anni non spegniamo le candeline, accendiamo il sole! Festeggia con noi, visita il sito e partecipa all’iniziativa di crowdfunding per regalare energia pulita a Lampedusa.