Vincitore della Caméra d’or al Festival di Cannes (2018) e rivelazione europea (European Film Awards) Girl è il primo lungometraggio del regista fiammingo Lukas Dhont, ispirato alla storia vera di una transgender. Nata in un corpo che la definisce maschio, Lara – la protagonista di Girl- è un’adolescente con la passione per la danza classica. Per lei, il padre ha deciso di trasferirsi in una città dove Lara frequenta la più prestigiosa scuola di balletto della regione e viene seguita da un’equipe medico-psicologica per la transizione di sesso.

Tutti dicono di vedere in Lara (Victor Polster) una donna ma, evidentemente, il genere non è soltanto questione di performance. Il corpo, per Lara, è l’altro da sé, la carne su cui marcare il rifiuto e nello stesso tempo la volontà di riconoscersi. Questione di morte o di vita. È la stessa pubertà, bloccata dagli ormoni eppure imperiosa, a esigere la trasformazione.

Le problematiche restano sullo sfondo, contesto di una storia che ha come focus la forza del desiderio. Inutilmente lo psicologo o il padre chiedono a Lara da chi sia attratta sessualmente, uomini o donne. Per l’adolescente Lara, il desiderio di autenticità è la condizione di ogni altro desiderio. Come dice lo psicoanalista Massimo Recalcati, il desiderio è ciò che dà senso alla vita, la forza che l’alimenta e la trasforma. “Allora, noi facciamo esperienza del desiderio, quando facciamo esperienza di una scelta che implica il destino della nostra vita: ne va di noi stessi”.

Lukas Dhont, regista fin dai primi cortometraggi – Corps perdu e L’infini – di contrasti ma anche con-fusioni espresse nel corpo e nella “danza” dei corpi, racconta attraverso il personaggio di Girl l’estraneità al proprio corpo.

Il corpo è il teatro/spazio della battaglia interiore di Lara: corpo ancora maschio eppure magnificamente femminile, corpo “evirato” da bende e rieducato dalla danza fino allo stremo, fallo che sanguina come l’utero/vagina desiderati.

L’assenza della figura della madre avvalora, paradossalmente, la femminilità di Lara come “destino” e illumina la figura paterna (Arieh Worthalter). Il padre di Girl è dalla parte della figlia: dice “noi” – durante i colloqui con l’equipe medica- non per esprimere il sentirsi maternamente tutt’uno con Lara, ma il “noi” di un padre che sa appoggiare il desiderio della figlia senza mai oltrepassare il confine del ruolo.

L’empatia di Lukas Dhont protegge la fragilità e il dolore di un personaggio che impone rispetto e apre alla comprensione. Victor Polster nel corpo di Victor/Lara sfida, dallo schermo, il mondo delle certezze con la gentilezza del suo sorriso. Victor Polster ha vinto il premio come miglior interprete al Certain Regard.