Vi proponiamo le prime righe dell’editoriale scritto da Daniela Carlà .

Nuova-Etica-Pubblicall focus di questo numero è sulla storia dell’amministrazione pubblica e sulle politiche dei beni e  delle  attività  culturali.  E’  stato  ideato  e  coordinato  con  Guido  Melis,  tra  gli  autorevoli  componenti del  nostro comitato scientifico, autore del pregevole contributo in cui ripercorre la  storia dei beni culturali intrecciata alla storia del paese, dalla quale emergono le peculiarità della nostra  PA, per coglierne “eredità e innovazione”. E’ decisivo che ciasc una  amministrazione  ripercorra  le  fasi  storiche,  valuti  le  scelte  presenti,  si  proietti nel futuro. Ma ancora più importante è che questo avvenga per l’amministrazione pubblica che  gestisce  il  patrimonio  culturale,  non  solo  memoria  del  passato  ma  anche  ere dità  del  futuro  (Lorenzo  C asini), da vivere consapevolmente e da consegnare alle future generazioni . Abbiamo  voluto  rimarcare  la  centralità  dei  beni  e  delle  attività  culturali,  ma  anche  contribuire,  da una specifica visuale, alla convinzione che le amminis trazioni pubbliche siano articolate, con peculiari  e  settoriali  legami  tra  scelte  organizzative  e  politiche,  con  dinamiche  e  sviluppi  specifici  anche  nella  dislocazione del potere e nei rapporti con l’utenza. Gli interventi riformatori, sia sul piano organ izzativo  che   nelle   politiche,   per   essere   efficaci,   non   possono   forzatamente   e   indistintamente   assimilare   e  omologare i differenti ambiti dei poteri e delle politiche pubbliche. Perché concentrarsi sul Ministero dei beni, delle attività culturali e del turi smo? Vi  è  un  legame  certo  tra  il  grado  di  investimento  nella  cultura  e  il  livello  di  competitività  del  paese;  investire  nella  cultura  è  puntare  sul futuro,  riannodando  i  rapporti con la  storia  collettiva.  E’  indispensabile  per  costruire  fiducia  e  partecipa zione,  con  soluzioni  non  convenzionali,  grazie  alle  nuove  tecnologie e alle possibilità, anche nei saperi, di superare i confini tradizionali e ripensarli in relazioni più  evolute  ricostruendo  anche  gli  intrecci  tra  scienza  e  arte. Sempre  a  partire  dalla  c onsapevolezza  della  comune  storia  del  paese.  I  beni  e  le  attività  culturali  costituiscono  davvero,  per  ampiezza  e  dilatazione  delle tematiche coinvolte, per la specificità del nostro paese, per la molteplicità degli ambiti e dei settori,  per le sinergie ne cessarie, terreno prioritario e privilegiato per l’analisi e per l’intervento.

In questo numero oltre all’ editoriale di Daniela Carlà potete leggere le  interviste a  Walter Veltroni, Dacia Maraini e Lorenzo Casini. Sulle politiche pubbliche per i beni e le attività culturali l’indice annovera numerosissimi nomi.