Nonostante il Sindaco De Magistris abbia risolto a tempo di record, ancorchè solo formalmente, il problema della rappresentanza femminile nella giunta napoletana, perchè incalzato dalla mobilitazione delle donne contro il depauperamento della propria rappresentanza nel Consiglio comunale e dalla conseguente minaccia di denuncia per violazione degli obblighi di pari opportunità, rimangono ancora aperte tutte le criticità determinate dalla mancanza di una politica per le donne e di un assessorato per proporle e gestirle.Nel governo della città la rappresentanza qualificata di genere segna il passo con una ridottissima presenza di elette e con la totale mancanza di presenza femminile nei luoghi chiave, primo fra tutti l’ufficio di Presidenza del consiglio.

Eppure {{l’impegno politico e civile dei movimenti delle donne napoletane}} ha saputo costruire nel tempo un patrimonio ingente, anche istituzionale, mettendo a punto un insieme di strumenti per affrontare alcuni dei problemi della condizione femminile:
-{{contro la pubblicità lesiva della dignità femminile}} è stata approvata la Delibera di Giunta 2231 del 28/12/2009
-{{contro la violenza sulle donne}} è stato istituito il Tavolo interistituzionale della Rete Antiviolenza ed un protocollo tra associazioni ed istituzioni per rendere piu’ agevole il percorso di assistenza e supporto per le donne vittime di violenza
-{{per la vivibilità delle donne}} la Delibera 858 del 2011 istituiva i parcheggi rosa in prossimità degli ospedali per consentire a gestanti e madri con bambini una mobilità sostenibile,
-{{per l’autodeterminazione }} e la piena possibilità di usufruire dei diritti civili anche con la partecipazione ai bandi comunali la Delibera 451/2012 ha istituito il Registro Amministrativo delle Unioni Civili.
-{{per una maternità serena e consapevole}} è stato istituito il Tavolo per la salute e il controllo dell’applicazione della legge 194/78 su tutto il territorio cittadino.

Si tratta di{{ un vero e proprio patrimonio politico e civile,}} lasciato languire proprio grazie alla mancanza delle donne che lo hanno voluto nei luoghi chiave che dovrebbero renderlo operativo.

Riteniamo che questa {{mancata applicazione del patto sottoscritto con le donne}}, aggravata dalle condizioni endemiche di degrado urbano ed ambientale, come la mancanza di illuminazione la mancanza di sicurezza nelle zone periferiche e marginali della città che costringono le donne alla paura di uscire per le strade e all’impossibilità di condurre passeggini o supporti alla deambulazione, la precarietà dei trasporti pubblici, la mancanza di servizi all’infanzia o alla terza età che le costringono a surrogare con la propria esistenza il welfare che pure pagano con i tributi, la latitanza del controllo sulle condizioni di lavoro e sulla qualità delle merci, possano far concludere che Napoli non è una Città per donne e che l’amministrazione non fa nulla perché lo diventi.

Nonostante la retorica delle promesse e di tanti progetti assegnati alla città di Napoli come quelli del Protocollo welfare per un valore di oltre 20 milioni di euro, appare drammatica {{la vacanza di una regia }} che renda tangibili i risultati di un tale impegno mentre altre quote di fondi della programmazione 2007 – 2013 destinati dall’Europa a risarcire le cittadine e affrontare “i gravi ritardi in materia di antiviolenza, salvaguardia dei diritti e degli essenziali servizi alla persona” arrivano con enorme ritardo o non arrivano proprio, mentre “Grandi Eventi” come l’America’s Cup e la Coppa Davis trovano miracolosamente le strade aperte.

{{E’ ora che Napoli diventi una città anche per Donne}} e che i rappresentanti politici di questa città non vengano meno al loro ruolo istituzionale per affiancare e sostenere le donne napoletane nell’azione di miglioramento delle proprie condizioni di vita, perchè sostenendo le donne nel raggiungimento dei propri diritti si sostiene la Città intera.

Sollecitiamo, pertanto, i/le rappresentanti della Giunta e del Consiglio ad {{aprire un confronto diretto ed aperto con le Donne di Napoli,}} primo segnale atteso per una ridefinizione della politica rivolta alle cittadine di Napoli che parta dal territorio per garantire che il ciclo di programmazione che proprio oggi si va a definire per il periodo 2014-2020 non si traduca ancora una volta in un nulla di fatto.

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Elena Pagliuca, Stefania Cantatore, UDI di Napoli, Lucia Coletta, Liliana Valenti, La casa delle donne di Napoli, Simona Ricciardelli, Comitato 194, Laura Capobianco, Chiara Guida, Collettivo 105, Laura Fiore, Clara Pappalardo, Arcidonna Napoli, Cooperativa Dedalus, Maria Rossetti, Maria Luisa Nolli, Sara Coppola, Lia Polcari, Linda Caputo, Elvira Reale, Associazione Salute donna. Enza Turco, Tuula Hapianen, Marcella Raiola. Paola Pagliuca}