In questi giorni i Media italiani hanno dato ampio spazio alle dichiarazioni papali in difesa del genere femminile: niente più violenza sulle donne.

Detta così, sembra la scoperta dell’acqua calda (seppur benedetta vista la fonte, che è quella del supremo rappresentante della cristianità cattolica); ma il Papa, che è anche un importante Capo di Stato: ha detto, anche, che le donne hanno diritto ad accedere a ruoli apicali, alla stessa stregua degli uomini; e ha precisato che ogni passo in avanti compiuto dalle donne  “è una conquista per l’umanità intera…. non c’è salvezza senza la donna. …, dobbiamo ripartire dalla donna.”

Sono affermazioni, queste, che sembrano presagire un netto giro di boa nella realpolitik vaticana. Sostegno all’empowerment femminile? Pare di sì. Ma a quale tipo di empowerment …? Vediamo di provare a capire ….

 

Già da tempo Papa Bergoglio si era “sbilanciato” a favore del genere femminile, a partire dalla difesa di  Eva  “la peccatrice” : <<Eva non è mai stata una tentatrice,  e Adamo ha fatto proprio una brutta figura>> (n.d.r. l’albero da cui Eva raccolse il frutto proibito era l’albero della Conoscenza).

Questa, che a tanti  era sembrata una semplice battutina, in realtà era l’incipit di un cambiamento, di cui una tappa importante è stata toccata, appunto, qualche giorno fa.

 

Per limpidezza storica, c’è da dire, peraltro, che questo cambiamento ha faticato fin troppi secoli per materializzarsi, lasciando intatti certi “step” non propriamente sacri.

Proviamo a ricordare qualche tappa del tortuoso cammino che, purtroppo per la civiltà occidentale – per le donne in modo particolare, ha fatto della Chiesa di Roma il ricettacolo del maschilismo.

Così scriveva San Paolo nella prima lettera ai Corinzi, “La donna deve portare sul capo il segno della sua dipendenza. Le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti,  perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea». E  San Giovanni Crisostomo :“Le donne servono soprattutto a soddisfare la libidine degli uomini“! E che dire delle ‘Regole della vita matrimoniale’ del beato Cherubino da Spoleto? Ecco : «La cosa ch’è tenuto lo marito dare alla moglie, si chiama correzione, reprensione, castigamento, occorre punizione, percussione, o vero battitura e flagellamento: la donna è fragile e difettosa”. A rinforzo, arriva San Tommaso : “La donna  trascina in basso l’anima dell’uomo …. Una donna non può ricevere gli Ordini sacramentali ….. La donna serve solo alla propagazione della specie..”.  Non è da meno l’Ecclesiaste, considerato testo “sapienziale”(!) dell’Antico Testamento: “ le donne sono deboli, volubili, cattive, mendaci per natura,difettose di tutte le forze tanto dell’anima quanto del corpo” e quindi più inclini a ricevere le rivelazioni attraverso il marchio degli spiriti separati ovvero protese ad essere indiavolate”. SIC!

Nei secoli, tutto questo (con ciò che ne è conseguito) ha influenzato la mentalità delle masse, e anche le Leggi, quelle laiche, pensiamo al vecchio Diritto di famiglia, e quelle clericali, a partire dal principio dottrinale “ Tacet mulier in ecclesia” col conseguente divieto che impediva (impedisce?) alle donne di fare le chierichette, e, addirittura, di entrare in chiesa dopo aver partorito, perché considerate “impure”.  Per non parlare del divieto dei divieti, quello che impedisce alle donne di celebrare messa.

Come si può constatare, il  panorama è veramente cupo. E si è mantenuto più o meno tale  anche in tempi recenti : basti ricordare che nel documento vaticanense  sugli “abusi liturgici “ (2003) viene considerata tale (abuso) anche la presenza delle chierichette durante la messa, nonostante già concessa fin dal 1994.  In tale documento, è scritto che la presenza delle chierichette può essere ammessa soltanto a giudizio del vescovo, e che comunque  “i preti non dovrebbero mai sentirsi obbligati”. All’epoca, con sottile ironia, qualcuno disse “la Chiesa infligge un duro colpo alle femministe al di sotto degli undici anni…

Proibita alle donne l’ordinazione presbiteriale e diaconale, si è cercato di problematizzare addirittura la loro presenza nelle mini attività liturgiche.

 

Ma il movimento internazionale femminile non è rimasto alla finestra : il Sinodo europeo delle Donne (settecento rappresentanti dei vari paesi europei e di alcuni paesi extraeuropei tra cui gli USA, il Sud Africa e il Messico) ha votato Risoluzioni che prevedono non soltanto l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nelle istituzioni religiose, ma anche la denuncia di ogni fondamentalismo che implichi la negazione della prospettiva di genere. Alle risoluzioni del Sinodo delle Donne ha fatto eco l’Associazione Donne Contro il Silenzio, che, stigmatizzando il fatto che proprio nella Chiesa ci siano persone considerate “di prima e di seconda classe”, ha rivendicato l’accesso delle donne a tutti i Ministeri religiosi. A rinforzare il fronte delle neo-aspiranti al sacerdozio si è mossa anche l’Associazione europea delle Donne per la Ricerca Teologica, forte del contributo di Elizabeth Stanton e della sua ermeneutica delle Sacre Scritture, un’interpretazione dei testi sacri rivisitati alla luce dell’Ottica di Genere.

Insomma, donne discriminate dalla Chiesa, al contrattacco.

C’è da ricordare, comunque,  un dato di fatto,  che ridimensiona il già citato sostegno all’empowerment di genere:   il calo delle vocazioni maschili . Di fronte a ciò,  è evidente che il futuro della Chiesa, la sua sopravvivenza,  debba passare  inevitabilmente  attraverso “l’accettazione della linea della reciprocità di genere”. E  il Vaticano lo ha ben capito.  Sostanzialmente, nulla di nuovo sotto il sole.