Il documento che il direttivo della Casa internazionale delle donne di Roma propone per l’incontro su e con i gruppi, le associazioni
e le donne che frequentano la Casa (domenica 27 maggio 2012, ore 10,30-17){{Intendiamo contribuire al dibattito comune proponendo quattro questioni che riteniamo fondamentali a partire dall’esperienza del direttivo in questi mesi. }}

-1 Nell’ultimo anno la situazione politica ed economica del paese e anche della politica femminista e’ molto cambiata. Questo ha effetti anche sul nostro spazio, sui nostri interlocutori politici, sulla riflessione e libertà delle nostre pratiche. Molto spesso ci troviamo in una condizione di resistenza – contro il patriarcato neoliberista, contro la violenza sessista, contro una tecnocrazia autoritaria, contro le semplificazioni cieche e senza memoria -. Ma la resistenza, a lungo, logora i desideri e le finanze.
_ Il nuovo direttivo ha cercato di avvicinarsi, interpretare e mantenere le finalità espresse dal nuovo statuto e il nuovo regolamento. I risultati non sono sempre stati “all’altezza delle attese”: rispetto alla domanda di ‘verità e riconciliazione’ nella vita comune, il direttivo ha risposto con ‘trasparenza e mediazione’
_ Potremmo dire che il nostro lavoro e’ stato ed è quello di ‘aggiustare il tiro’ : rispetto alle difficoltà di dialogo tra noi, alle criticità emerse, alla urgenza di innovare nel confronto, alla frustrazione del voler vedere subito un cambiamento, alla volonta’ di riconoscere un orizzonte comune di azione. Le Assemblee e il rapporto tra associazioni e direttivo rischiano ancora di ricadere nella ‘gestione’ e basta, una modalità che intendiamo modificare in tutti i modi.
_ Nel frattempo la frequentazione della Casa e’ cambiata, si e’ aperta, e’ aumentata in modo non episodico. Lo stesso potremmo dire della volonta’ di collaborare e contribuire alla crescita del progetto comune, seppure in modo talvolta poco strutturato (le volontarie, ad esempio).
Questo non ha immediatamente prodotto la percezione di una Casa libera, aperta, vitale, essenziale nello spazio urbano (ma interessa davvero che la Casa si apra?): la sorpresa recente di molte (nuove) frequentatrici nel vedere che “cambiare e’ possibile” non ha eliminato completamente le diffidenza legata a precedenti esperienze, ne’ innestato un circolo virtuoso di crescita ‘spontanea’ del nostro progetto.

{{Ad un anno dal nuovo assetto istituzionale della Casa, che intendeva rilanciare il progetto politico tra noi, che proposte facciamo? }}

-2. A giudicare dalle iniziative realizzate e dalla partecipazione della Casa in occasioni esterne, la scelta di ‘riaprire la Casa’ alla politica e alle altre donne della città e non solo,
sta avendo effetti positivi. Il maggior dialogo con le realta’ fuori dalla Casa non si e’ accompagnato, tuttavia, ad un aumento delle relazioni/scambio/ dialogo tra le associazioni/ gruppi / donne dentro la Casa. E’ un fatto che misuriamo dalla scarsa o inesistente partecipazione reciproca alle iniziative che le singole o i singoli gruppi svolgono qui dentro, quasi che fosse finita la curiosita’ tra noi, la voglia di fare insieme, il desiderio di conoscerci. E’ probabilmente arrivato il momento che i singoli gruppi/associazioni/donne si pongano il problema di quale pratica di coinvolgimento delle altre fanno o sono interessate a fare. Magari a partire dal raccontare alle altre i propri percorsi, gli ostacoli, i risultati della propria vita associativa.

Per paradosso la Casa sembra una citta’ : con i quartieri piu’ o meno esclusivi, le strade pericolose, i giardini, i musei, i ghetti, il disagio metropolitano, la fatica di tenerla pulita e civile, le scuole, la viabilita’, i parcheggi, i luoghi di culto, il cinema…..ma le cui abitanti non sanno dell’importanza di governarla insieme. Rispetto ai tanti problemi che ci sono, l’atteggiamento del direttivo e’ stato quello di rispondere in modo pragmatico, caso per caso, riconoscendo i limiti di un agire in nome e per conto di un’ Assemblea che non ha ancora deciso quale/quali politiche scegliere e seguire in questo mandato.

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Come discutere e scegliere le diverse proposte politiche delle singole associazioni, gruppi, donne? La Casa deve avere un’agenda politica comune e se si’, quale? }}

-3. La questione della sostenibilità economica della Casa e’ un punto imprescindibile del nostro progetto. Su questo abbiamo finora espresso posizioni diverse. Estremizzando, le posizioni sono almeno due: a) chi ritiene che i modi in cui affrontiamo la questione della sostenibilità siano un esempio di politica nuova, quella che sperimenta la gestione di spazi comuni, oltre il mercato e oltre lo Stato, con l’obiettivo di inventarsi modi e tempi per continuare ad esistere, anche nel rapporto con il comune; b) chi ritiene che la soluzione sia rendere commercialmente più economica la gestione delle risorse e gli spazi che abbiamo. Emblematica e’ la questione della ‘gratuita’ ‘ degli spazi, su come gestirli e sulla loro funzione.
Su questo vorremmo poter andare avanti e trovare un orizzonte diverso, comune, insomma una prospettiva di lungo periodo condivisa e alta, che ci consenta anche un rapporto maturo con le istituzioni comunali, anche future.

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La sostenibilita’ economica della Casa puo’ essere un problema politico prima che contabile?}}

-4 L’impressione che abbiamo e’ che i servizi della Casa siano più spesso un peso che un’opportunità. Pesa sull’offerta dei servizi la sensazione che non si riesca ad uscire dalla funzione di ‘rattoppare’ i buchi di un welfare sempre incerto nel nostro paese o non si possa che svolgere un ruolo (indispensabile ma “coatto”) di sussidiarita’ rispetto ad un organizzazione immutabilmente patriarcale della citta’. E’ come se nell’offerta di servizi, la proposta politica della Casa fosse un po’ costretta a riaffrontare la questione della difesa dei diritti, quando invece vorremmo parlare solo di ‘empowerment’ e di creatività.
Questa sensazione non ci aiuta e crediamo utile abbandonarla. La novità della nostra esperienza e’ proprio nel mettere insieme, nei legami e nelle interconnessioni di diversi modi di agire politico. Quello di cui sentiamo la necessita’ e’ una presa di parola diretta delle donne e delle associazioni che offrono servizi e un ascolto attento/vigile di chi ha scelto altre pratiche.

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Che senso diamo ai servizi (legali, sanitari, psicologici, di accoglienza, ristorazione, alloggio) offerti dalla Casa?}}