In quattordici anni, dal 1993 al 2007, Ciudad Juárez aveva una
media di 33 donne assassinate ogni anno, ma in questi ultimi quattro
anni si è raggiunta la media di 200 donne assassinate, fatto che
rappresenta un aumento dei femminicidi del 500 per cento – ha dichiarato Julia
Monárrez ricercatrice del Colegio della Frontera Norte in tema di femminicidi in
questa regione.La
specialista ha affermato che si deve intendere per femminicidio
l’assassinio di donne per il semplice fatto di essere donne commesso da
un uomo in una discriminazione di genere, che dal 2008 rappresentava già
un problema sociale e di sicurezza.

Le statistiche della
violenza contro le donne dicono che la loro morte è legata al
narcotraffico, anche se non tutte sono coinvolte in ciò che vengono
considerate vittime circostanziali.
I dati ottenuti presentano
circa 47 donne assassinate ogni 100.000 abitanti, tra queste, per la
maggior parte, bambine e donne madri di famiglia.

La
ricercatrice ha aggiunto che dopo la risoluzione del caso di
Algodonero, con la quale la Corte Interamericana aveva richiamato
l’attenzione nel paese e dello Stato di Chihuahua, per non aver
affrontato i femminicidi e le sparizioni forzate, la Corte nuovamente
nel 2008, avvertì lo Stato messicano e in particolar modo Chihuahua, sul
problema delle donne scomparse. Ha inoltre affermato la Monarrez che a
partire dal 2008 è cresciuta in maniera tragica la scomparsa delle
donne,la quale deve essere affrontata immediatamente.
_ Tanto più
che in base ai dati si segnalano 187 casi di ragazze scomparse in tre
anni,il che ha causato la richiesta delle Organizzazioni non governative
e dei familiari attraverso proteste, compresa l’installazione di
cartelloni pubblicitari nella città in cerca delle giovani disperse,
allertando così la cittadinanza di fronte all’assenza del Governo e
dello Stato messicano che è completamente disarticolato ed inefficiente a
risolvere i casi, anche se è stato più volte ribadito di rendere
operativo il Protocollo Alba per la ricerca delle giovani sparite in un
determinato settore.

Focalizzando l’attenzione sul tema
delle donne e delle ragazze uccise dalla criminalità organizzata, la
studiosa ha spiegato che è stato difficile ottenere i dati di queste
vittime perché a Ciudad Juarez, durante il 2010 veniva eseguita
un’autopsia ogni due ore e perchè gli uffici di medicina
legale(Semefos) collasavano davanti alle questioni delle morti violente.
_ ” Delle 454 donne – ha spiegato la ricercatrice – che erano state
assassinate per problemi col narcotraffico ( anche se non tutte erano
coinvolte in queste attività) fino all’ottobre del 2010, 21 di queste
morti furono ascritte per debiti di droga, anche se tra 15/17 furono
presenze circostanziali, perché si trovavano nel posto sbagliato a
momento sbagliato; ciò che vengono chiamati effetti collaterali e che
non dovrebbere esistere”.

“Le donne che vengono coinvolte
nel narcotraffico, sempre ai più bassi livelli, sono per la maggior
parte donne povere che vivono in quartieri emarginati e che vengono
assassinate e abbandonate in spazi pubblici”.
(…)
La
ricercatrice ha affermato che per potere contribuire a migliorare le
prospettive ,prima bisogna capire che ” la teoria femminista è molto
chiara, quando ci dice che la violenza sessuale o contro le donne, non
solo la troviamo negli atti sessuali che si esercitano sul corpo della
donna, ma anche dalla violenza di genere e coinvolge un’ampia gamma di
atti violenti diretti contro le donne per il semplice fatto di essere
donne”.

Dal 1993 al 2011 è stato creato un database di
conoscenza teorica sul femminicidio, che ha permesso di costruire una
tipologia degli omicidi delle donne. Uno di questi è che il femminicidio
sistematico, che è stato portato a conoscenza a livello internazionale
da parte dei familiari delle vittime e delle Ong aveva dei codici,
perché erano donne economicamente emarginate e i loro omicidi portavano
la stessa firma che le collegavano: avevano meno di 17 anni quando
venivano sequestrate, erano torturate e i loro corpi violentati venivano
abbandonati nel deserto o in lotti vuoti.

” In quel momento i
femminicidi avevano un marchio e gli assassini agivano in modo
sistematico perché avevano un qualche nesso con la criminalità
organizzata, ma adesso la situazione di violenza contro le donne che
viviamo è differente”
A partire dal 2008 con l’operazione
militare, notiamo che le donne che sono state assassinate dal crimine
organizzato sono passate da una media di quattro a 67 e siamo così
arrivati al settembre di quest’anno con 617 donne uccise…

– Fonte: http://www.nortedigital.mx/noticias/local/35226
_ (traduzione di Lia Anita Di Peri Silviano)

Su blog [http://liadiperi.blogspot.com->http://liadiperi.blogspot.com] è possibile [firmare una petizione->http://liadiperi.blogspot.com/2011/10/messico-aumentati-del-500-per-cento-i.html] per chiedere di fermare i femminicidi in Messico