Mao Hengfeng, attivista cinese dei diritti umani, è detenuta in isolamento presso l’ospedale della prigione di Shanghai. Rischia tortura e maltrattamenti. Già in passato era stata trattenuta in questo stesso ospedale: era stata legata a un letto e ha subito diverse iniezioni contro la sua volontà.Mao Hengfeng è stata rilasciata dal centro di rieducazione attraverso il lavoro (Rtl) grazie alla libertà condizionale per cure mediche, il 22 febbraio 2011. Due giorni dopo, agenti di polizia e funzionari dell’Rtl della provincia di Anhui, dove aveva scontato 12 dei 18 mesi a cui era stata condannata, sono arrivati a casa sua e le hanno detto che stava per essere rinviata all’Rtl per aver violato i termini della libertà condizionale per malattia.

Dopo che i poliziotti e funzionari dell’Rtl hanno portato via Mao Hengfeng, la sua famiglia ha contattato le autorità del centro della provincia di Anhui e ha scoperto che non era mai stata riportata lì. Solo a giugno i familiari sono venuta a conoscenza che Mao Hengfeng era detenuta nell’ospedale della prigione di Shanghai, ma non sono stati autorizzati a farle visita.

Temono che Mao Hengfeng possa subire tortura o altri maltrattamenti, come è già accaduto nello stesso ospedale nel 2008, dove è stata legata a un letto, obbligata a bere e a subire diverse iniezioni contro la sua volontà.

Mao Hengfeng dovrebbe essere liberata dall’Rtl il 24 agosto 2011.

Mao Hengfeng è stata ripetutamente {{arrestata per aver difeso i diritti riproduttivi delle donne e le vittime di sgomberi forzati.}} Sta scontando una condanna a 18 mesi in un centro di “rieducazione attraverso il lavoro”, nella provincia di Anhui. È già stata torturata diverse volte. Nel luglio 2010, durante un’udienza di riesame del ricorso amministrativo contro la pena, Mao Hengfeng ha dichiarato di essere stata spesso bastonata nel centro. Ha spiegato che i responsabili avevano ordinato agli altri detenuti di aggredirla. In un’occasione è stata colpita due volte alla testa con una sedia, provocandole una cicatrice sulla palpebra destra. Un’altra volta è stata sollevata, le hanno tirato e piegato in due braccia e gambe e spinta sul pavimento, provocandole forti dolori alla zona lombare, ai fianchi e ai reni. Mao Hengfeng sta scontando 18 mesi di “rieducazione attraverso il lavoro”, con l’accusa di “disturbo dell’ordine pubblico” per aver partecipato alle proteste davanti la Corte intermedia municipale di Pechino, il 25 dicembre 2009, a sostegno di Liu Xiaobo, difensore dei diritti umani, il cui processo si svolgeva quel giorno. L’8 ottobre 2010, a Liu Xiaobo è stato assegnato il premio Nobel per la pace.

Mao Hengfeng è stata ripetutamente arrestata dal 2004 e spesso la sua famiglia non è stata autorizzata a farle visita. I familiari hanno appreso che la donna era stata torturata durante questi periodi.

[[firma l’appello->http://www.amnesty.it/cina_Hengfeng_diritti_riproduttivi.html]]