Alla luce di quanto accaduto all’assemblea nazionale di Bologna ed al dibattito che l’ha preceduta e che per nostra responsabilità non abbiamo seguito con sufficiente attenzione – fatta salva la nostra partecipazione il 28 novembre e ribadendo i contenuti del nostro comunicato – ci vediamo costrette ad alcune precisazioni. Restano per noi imprescindibili alcune parole chiave, come si evince peraltro dal nostro [precedente comunicato->https://www.womenews.net/spip3/spip.php?article5077], che sono patrimonio condiviso di questi ultimi due anni di lavoro comune, partendo dallo striscione di apertura della manifestazione del {{2007 “gli assassini hanno le chiavi di casa”}} fino a {{femminicidio, antifascismo, antirazzismo, laicità, autodeterminazione.}}

Come lesbiche pensiamo di {{non poter avere una convivenza civile con gli otto bravi ragazzi di Montalto di Castro}} che dopo aver stuprato una giovane donna si sono “beccati” il plauso dell’allora sindaco (plauso istituzionale), delle famiglie (altro plauso istituzionale), della comunità paesana maschile e talvolta purtroppo anche femminile. Una comunità come si dice… che convive civilmente.

Anche {{le missioni di pace}} dei nostri bravi soldati fanno parte del capitolo convivenza civile. Sappiamo di essere in guerra, una guerra non dichiarata da noi donne ma dal mondo degli uomini, dallo Stato, dai governi che da sempre sono in armi contro le donne.

Essere in armi non significa semplicemente imbracciare fucili, bazooka e quant’altro, anche se singoli maschi lo fanno sterminando mogli e figlie di quelle sicure famiglie.

L’essere in armi contempla quel complesso di leggi, norme scritte e non, {{dispositivi antidonna}} che impediscono a tutte noi di esprimerci liberamente e di vivere autodeterminandoci. Insomma viviamo in un mondo minato e le mine sono “anti-donna”.

Rispetto al mondo esclusivo per i maschi ed escludente per le donne vogliamo {{essere antagoniste per esistere e r-esistere}} al fine di smascherare le forme neutrali di esistenze/alleanze che sono conniventi con il sistema patriarcale ed eternormante.

Questa forma neutrale ci colpisce due volte come lesbiche perché noi siamo al di fuori di quel codice.

Dobbiamo scrivere un nuovo codice,{{ il codice delle donne}}, senza aver paura delle differenze e del conflitto tra di noi.

{{Le CLR}}