“Uccideranno Carmela per la seconda, terza volta” ha detto il padre di
Carmela, all’uscita dal Tribunale Minori di Taranto, dove oggi si è tenuta
la prima udienza del processo contro i responsabili dello stupro di gruppo
che subì Carmela, la ragazzina di 13 anni che il 15 aprile 2007 morì
gettandosi dal balcone.

“{{Non abbiamo avuto diritto di parola}}”, ci ha spiegato: “secondo la procedura
dei processi contro minori, la parti civili possono assistere ma non
intervenire nel dibattimento, per tutelare così i minori sotto processo. Ma
mia figlia è morta, non era anche lei minorenne? Che tutela c’è per lei?
Nessuna, anzi si preparano ad ucciderla ancora”.

Infatti, l’udienza si è conclusa con una decisione dei giudici di “valutare
l’opportunità della messa in prova” degli imputati, {{in pratica una pena
minore e aggiornando il processo al prossimo 10 dicembre}}.

{{Il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario}} è stato presente fuori
dall’aula perché vogliamo portare fino in fondo {{la battaglia per la verità
per Carmela.}}

Vogliamo vedere {{chiarite e punite le responsabilità}} non solo dei ragazzi che
l’hanno stuprata ma anche delle istituzioni, polizia, magistrati, assistenti
sociali che non le hanno creduto, ma anzi l’hanno bollata come “soggetto
disturbato con capacità compromesse”, allontanata dai genitori che
chiedevano di punire i responsabili, rinchiusa in strutture da cui Carmela
cercava di fuggire e dove “calmavano” il suo disagio imbottendola di
psicofarmaci.

Il processo di oggi, invece, ha continuato a coprire volutamente i fatti e a
cercare di mettere sotto silenzio la denunce dei familiari e le nostre.

{{Perchè?}}
Carmela, prima della violenza di gruppo, aveva subito molestie sessuali da
un militare della Marina Militare, ma tutto era stato insabbiato; poi, si è
cercato di coprire i ragazzotti, perchè tra di loro vi sono figli di boss
locali della malavita; {{oggi la richiesta dei giudici dà, in maniera indecente, al massimo un “buffetto” al branco degli stupratori e continua a tenere fuori dalla morte di Carmela i rappresentanti delle istituzioni}}.

Noi vogliamo, invece, che venga fuori tutta la verità e anche{{ il 10 dicembre
saremo al processo per Carmela}}, fino a quando tutte le domande non avranno
avuto risposta.

Diamo il nostro sostegno al padre di Carmela, che ha reso il dolore forza.

Perché Carmela e altre ragazzine, stuprate, violentate come lei, continuino
a vivere, e a trasformare la ribellione, il disagio di vivere, in lotta.

MOVIMENTO FEMMINISTA PROLETARIO RIVOLUZIONARIO

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