Un momento dei lavori del Tribunale Permenente dei Popoli

Il 24 maggio a Bruxelles, in una commissione del Parlamento Europeo, il popolo curdo, che da sempre si è visto negato il proprio diritto di esistere, ha finalmente vinto una piccola grande battaglia.

Il verdetto emesso dal Tribunale Permanente dei Popoli è lapidario e non lascia spazio ad interpretazioni di sorta, ha infatti condannato lo Stato Turco per aver violato il diritto del popolo curdo all’autodeterminazione e per avergli impedito la partecipazione alla vita politica, economica e culturale del Paese.

Il Tribunale ha poi fatto appello a tutti i governi, i parlamenti, le organizzazioni internazionali e gli organi competenti affinchè tenessero in debita considerazione il verdetto pronunciato nella sessione chiamata a decidere sulle presunte violazioni del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario commesse dallo Stato Turco. Ma sicuramente la questione più rilevante risolta dal Tribunale è quella di aver individuato nel mancato riconoscimento del diritto all’autodeterminazione la causa principale del conflitto armato tra lo Stato Turco ed il popolo curdo. In particolare, i giudici hanno affermato che il conflitto armato tra questi due popoli equivale a un conflitto armato privo di carattere internazionale, respingendo in tal modo la difesa turca che da sempre è diretta ed improntata ad inquadrare il conflitto con i curdi come un fenomeno terroristico, con l’ovvia conseguenza di assoggettarlo alla legislazione antiterrorismo.

Il Tpp ha, invece, ritenuto il Presidente Erdogan ed il Generale Adem Huduti, comandante delle operazioni militari contro le città curde tra il 1 gennaio 2015 e il 1 gennaio 2017, colpevoli di aver commesso crimini di guerra e responsabili della sproporzionata e grave violenza delle operazioni militari contro i combattenti curdi armati e la popolazione civile, ha quindi riconosciuto che i servizi segreti turchi hanno commesso crimini di stato, quali gli assassini mirati, l’esecuzioni stragiudiziali, le sparizioni forzate, non solo sul territorio nazionale ma anche all’estero, soprattutto in Francia.

In conseguenza della pronuncia di condanna adottata, il TPP ha pertanto assunto delle specifiche raccomandazioni volte a sollecitare il ritiro di tutte le truppe turche dalla Siria e la fine delle operazioni militari, il ripristino dello stato di diritto, il rilascio dei magistrati ancora detenuti, dei giornalisti e degli insegnanti, il ripristino della libertà di stampa e di informazione, la fine dello stato di emergenza e la piena attuazione della Convenzione europea dei diritti dell’umani.

La sessione del TPP si è svolta alla presenza di numerose associazioni nazionali e internazionali in cui spiccava la presenza delle donne che hanno con le donne curde rapporti e alle quali e al loro popolo hanno espresso solidarietà anche per la loro coraggiosa lotta contro l’ISIS.

Giugno 2018 – L’UDI era rappresentata dall’avvocata Fabrizia Castagna.