In un nuovo rapporto presentato oggi a Sarajevo, Amnesty International ha accusato i governi che si sono succeduti al potere dalla seconda meta’
degli anni Novanta, di non aver assicurato giustizia alle migliaia di
donne e ragazze stuprate nel corso della guerra del 1992-95.‘Durante la guerra, migliaia di donne e ragazze furono stuprate, spesso
con brutalita’ estrema. Molte di esse vennero detenute in campi di
prigionia, alberghi o case private e costrette allo sfruttamento sessuale.
In tante vennero uccise. Oggi, alle sopravvissute a questi crimini viene
negato l’accesso alla giustizia. I responsabili delle loro sofferenze,
membri dell’esercito, della polizia e dei gruppi paramilitari, circolano
liberamente, alcuni accanto alle proprie vittime, altri addirittura in
posizioni di potere’ – ha dichiarato Nicola Duckworth, direttrice del
Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.

‘Il governo della Bosnia ed Erzegovina ha l’obbligo di garantire accesso
alla giustizia e piena riparazione alle vittime di crimini contro
l’umanita’ e di violazioni del diritto umanitario. Perche’ questo accada,
le autorita’ dovranno impegnarsi a svolgere indagini complete e
approfondite, in grado di portare in giudizio i responsabili di crimini di
guerra e violenze sessuali. In caso contrario, le vittime continueranno a
sopportare gli effetti di questi atti orribili’ – ha affermato Duckworth.

Il rapporto diffuso a Sarajevo, intitolato ‘Giustizia per chi? Le donne
della Bosnia ed Erzegovina l’attendono ancora’, denuncia lo stato
fallimentare del sistema giudiziario del paese, l’assenza di riparazione
per le vittime e la violazione dei diritti umani di queste ultime.

‘Molte donne sopravvissute alla violenza sessuale durante la guerra non
possono ottenere alcun risarcimento a causa della complessita’ del sistema giudiziario e dell’assistenza sociale. Inoltre, rispetto ad altre vittime di guerra, subiscono discriminazioni nell’accesso ai benefici sociali’ – ha sottolineato Duckworth.

Jasmina, vittima di violenza sessuale durante la guerra, ha riferito ad
Amnesty International: ‘Non riesco a dormire senza prendere le pillole. Mi
irrito subito appena qualcuno mi parla della guerra. Basta un’immagine, un
ricordo, uno spot in tv… e io crollo. Ho bisogno d’aiuto’.

E’ a persone come Jasmina che le autorita’ della Bosnia ed Erzegovina non
danno accesso a cure mediche e a forme di sostegno psicologico, che
vengono assicurate solo dalle Organizzazioni non governative (Ong), alle
prese con problemi di risorse. Una Ong ha riferito ad Amnesty
International che la gran parte delle sopravvissute ai crimini di guerra
legati alla violenza sessuale non stanno ricevendo alcun’assistenza
psicologica.

Migliaia di donne sopravvissute allo stupro hanno perso i loro parenti.
Molte non sono in grado di trovare o mantenere un posto di lavoro a causa
della loro fragilita’ psicologica e altre vivono senza una fonte fissa di
reddito, in poverta’, nell’impossibilita’ di comprare i medicinali
necessari.
_ Poiche’ lo stupro continua a essere un argomento tabu’, spesso le donne
sono considerate con riprovazione piuttosto che come persone che hanno
subito violenza e che hanno bisogno di essere aiutate a ricostruirsi una
vita.

‘Le autorita’ devono cooperare con le Ong nello sviluppo di una strategia
complessiva per assicurare che le sopravvissute alla violenza sessuale
ottengano una riparazione, che preveda una pensione adeguata, un ingresso
agevolato nel mondo del lavoro e il piu’ alto standard possibile di cure
mediche. Il governo deve sostenere queste donne, dare voce alla loro
richiesta di diritti e combattere la discriminazione e lo stigma che
affrontano quotidianamente’ – ha concluso Duckworth.

{{Ulteriori informazioni}}

Stupri e altre forme di violenza sessuale sono avvenuti su scala massiccia
durante la guerra degli anni 1992-95 in Bosnia ed Erzegovina. Il Tribunale
penale internazionale per l’ex Jugoslavia (Tpij), istituito nel 1993 per
punire gravi violazioni del diritto umanitario, violenza sessuale inclusa,
e’ stato in grado di occuparsi solo di una piccola parte di casi: fino al
luglio di quest’anno, aveva trattato 18 casi di violenza sessuale in
Bosnia ed Erzegovina.
_ La Camera per i crimini di guerra, istituita nel 2005 nell’ambito della
Corte di stato della Bosnia ed Erzegovina per seguire casi che il Tpij non
potrebbe giudicare, ha condannato a oggi solo 12 persone per crimini di
violenza sessuale.

Il rapporto ‘[Giustizia per chi? Le donne della Bosnia ed Erzegovina
l’attendono ancora->http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2629]’ e’ disponibile all’indirizzo:
e
presso l’Ufficio stampa di Amnesty International Italia.