unioni«Vanno rimessi in riga affinché adempiano ai loro doveri istituzionali». Ha commentato così il segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), Stefano Incani, le prime “rappresaglie” di alcuni sindaci refrattari all’attuazione della Legge Cirinnà.

Il riferimento è in particolare al sindaco leghista di Padova Massimo Bitonci, che ha circoscritto le celebrazioni al mercoledì, e alla giunta Pd di Brescia, dove sembra che le unioni civili si celebreranno solo di venerdì e non avranno neanche lontanamente l’aspetto di una celebrazione: niente Sala Conferenze-Auditorium del Museo di Santa Giulia, niente Castello e niente fascia tricolore. Ma anche al comune di Piacenza dove, “provvisoriamente” fanno sapere, è stata destinata alle unioni civili la sede municipale di viale Beverora, anziché il salone Pierluigi di Palazzo Farnese.

«Sono decisioni inaccettabili», prosegue Incani: «I sindaci devono garantire l’applicazione della legge senza discriminazioni. Punto e basta».

«Nonostante il passetto avanti rappresentato da questa legge – pur con tutti i suoi limiti, come lo stralcio della stepchild adoption – il nostro Paese, complice l’influenza della Chiesa cattolica e l’asservimento di certa politica, registra un ritardo clamoroso sui diritti civili e i temi etici. Basti pensare – ricorda Incani – a tutte le questioni legate al fine vita, alla salute riproduttiva delle donne o all’educazione sessuale, che fanno dell’Italia il fanalino di coda dell’Occidente».

«Per noi dell’Uaar è inconcepibile l’opposizione cui stiamo assistendo: quella delle unioni civili è una legge che estende l’applicazione di una serie di diritti, senza ledere nessuno. Che interesse hanno questi sindaci a opporvisi? Si tratta solo di propaganda della peggior specie».

 

Un altro esempio: La sindaca leghista di Cascina (Pisa) Susanna Ceccardi è attiva contro le unioni civili. Non solo a parole ma anche nei fatti. La sindaca, eletta nelle ultime amministrative, dice no alla celebrazione e mette in campo anche un team di avvocati: “Studieranno soluzioni e possibilità per difendere quanto più possibile il diritto all’obiezione di coscienza”, ha scritto in un lungo post su Facebook.

  Immediata la risposta del Gay Center contro il sindaco di Cascina

L’associazione Gay Center ha infatti recapitato  ai carabinieri di Cascina (Pisa) un esposto, indirizzato alla procura della Repubblica di Pisa, contro il sindaco che «vuole agire, come dichiarato, in autonomia e indipendenza non registrando le unioni civili». «L’obiezione di coscienza – spiega Gay Center in una nota – non è prevista dalla legge e le parole di Ceccardi sono una grave violazione dei diritti, oltre che della legislazione statale». L’associazione che difende i diritti degli omosessuali afferma di avere inviato l’esposto anche all’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori. «In questi giorni – spiega ancora nella nota Gay Center – stiamo ricevendo molte segnalazioni di Comuni che non rispettano la legge sulle unioni civili, e stiamo attuando segnalazioni ed esposti»: se quello contro il sindaco di Cascina è il primo, aggiungono, «agiremo contro tutti i Comuni che non applicheranno la legge, e a breve pubblicheremo una blacklist».