Evidentemente, esiste ancora una sorta di scollamento tra il
bisogno “energetico” dell’esserci attraverso un rituale di visibilità
collettiva, che certo ha fatto parte della storia politica di molte di noi,
ma con altri pensieri ed intenti rispetto a quelli di oggi, ed altre donne,
invece, che si sentono sempre e ovunque protagoniste fattive nella vita
quotidiana.Noi in piazza il 13 febbraio non ci saremo.

Chi firma questa pagina non rappresenta sicuramente tutta l’Associazione
Alhambra. Il nostro è un ambito molto ampio di presenze e di collaborazioni
e, probabilmente, le opinioni sono diverse in merito all’adesione o meno
alla manifestazione che avverrà in molte città d’Italia come mobilitazione
nazionale delle donne ”Se non ora quando”.

La libertà e l’autonomia
personale del nostro fare cultura politica insieme, attraversa i progetti
con il senso del nostro desiderio e delle nostre competenze che ci
appartengono rispettando, nel confronto con percorsi diversi, il modo ed il
criterio dell’essere fedeli a se stesse. I riferimenti comuni creano spazi
di grandi energie e di libertà.

Abbiamo visto, tra le firmatarie, molte donne degne di stima e di
credibilità. Evidentemente, esiste ancora una sorta di scollamento tra il
bisogno “energetico” dell’esserci attraverso un rituale di visibilità
collettiva, che certo ha fatto parte della storia politica di molte di noi,
ma con altri pensieri ed intenti rispetto a quelli di oggi, ed altre donne,
invece, che si sentono sempre e ovunque protagoniste fattive nella vita
quotidiana.

Per quanto ci riguarda, l’orizzonte politico femminile è cambiato, anche se,
peraltro, molte motivazioni stanno riportando tanti in piazza, e, certo,
molte donne si sentono nel “diritto” più di altri di rioccuparle.

Ma in realtà per dire e affermare cosa? Per dare sfogo ad una boccata di
parole che a molte sembrano non spendibili nella vita concreta di tutti i
giorni?
_ Per difendere una dignità femminile oltraggiata da parte di un uomo
di potere e dal suo seguito che lo sostiene, o, anche, lo invidia? Non
crediamo che sia la modalità aderente a questo tempo politico delle donne.

Non crediamo che una vicinanza di piazza ci dia la giusta signoria di quello
che molte di noi cercano di sperimentare nel corpo a corpo di esistenza
intelligente nei luoghi dove si vive e si opera tutti i giorni.

Andare in piazza, per quanto ci riguarda, non ci da’ valore in più, anzi ci
fa’ vivere una certa miseria che ci mette nelle condizioni di interloquire e
“ dipendere” da un capo che di miseria ne espone già tanta.

Crediamo che lo scempio che si sta praticando nella classe politica
dirigente di questo Paese è sicuramente lesivo per le donne, ma la piazza
non è, a nostro avviso, il luogo di risarcimento effettivo.

In verità, tutto ciò è frutto di comportamenti provocati dal fascino di un
potere e della sua sopraffazione completamente squalificanti e distruttivi
per gli uomini e tra gli uomini, alcuni dei quali, con disinvoltura,
praticano comportamenti privi di etica e di coscienza di sé. Pensiamo,
quindi, di “lasciare la piazza” e la dovuta esposizione oggi, soprattutto a
quegli uomini che si dovrebbero rendere conto che occorre un proprio
pensiero più libero ed elaborato su questa rappresentazione “maschilista”
così invasiva che colloca, per l’ennesima volta ancora, miseramente, nella
realtà, soprattutto loro stessi, e che comincino a smettere di difendere in
maniera buonistica, strumentale ed opportunistica, la dignità delle donne
attraverso queste manifestazioni.

A firma del Direttivo dell’Associazione Italiana Alhambra

Vivien Briante – Presidente, Cettina Tiralosi – Vicepresidente, Rossana Quattrocchi – Segretaria