A marzo scorso Maryam aveva partecipato a un seminario organizzato da AIDOS
a margine della Commissione sullo status delle donne dell’ONU
“L’Italia deve mobilitarsi per chiederne il rilascio”L’11 maggio la polizia ha arrestato Maryam Bahrman, attivista iraniana per i diritti delle donne e i diritti
umani, tra le promotrici della campagna per “Un milione di firme per l’uguaglianza” che chiede la
revisione delle leggi che discriminano le donne nella Repubblica Islamica d’Iran.

“L’Italia deve mobilitarsi immediatamente per il suo rilascio”. A chiederlo è Daniela Colombo, presidente
di AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo.

Secondo fonti attendibili, la polizia ha fatto irruzione nella sua casa di Shiraz, provincia di Fars, Iran, alle
7,30 dell’11 maggio con un mandato di arresto e di perquisizione. Le forze di sicurezza hanno
sequestrato effetti personali, incluso il cellulare, libri e computer portatile.
_ Su Maryam Bahrman pende l’accusa di “azione contro la sicurezza nazionale”, motivata non solo dalla
sua attività nell’ambito della campagna “One Million Signatures Campaign for Equality” a Shiraz, ma
anche dalla sua partecipazione, nel marzo di quest’anno, alla CSW, Commission on the Status of
Women (Commissione sulla condizione delle donne) delle Nazioni Unite, dove è stata ospite di un
seminario parallelo organizzato da AIDOS con un intervento dedicato alle discriminazioni contro le donne
nell’accesso alle nuove tecnologie informatiche.

Ingegnere, impegnata per i diritti umani fin dai tempi dell’università, Maryam Bahrman è una delle più
energiche e coraggiose attiviste per i diritti delle donne ed è stata Segretario generale
dell’Organizzazione per la parità delle donne, Sazman e Zanan Pars, che è stata costretta a sospendere
le sue attività nel 2007.

Nelle sue richieste, la campagna “One Million Signatures Campaign for Equality” fa appello ai trattati e
convenzioni sui diritti umani ratificati dall’Iran, in particolare il Patto sui diritti civili e politici e il Patto sui
diritti economici, sociali e culturali, che prevedono entrambi che non possano esserci disparità di
trattamento tra uomini e donne, e garantiscono inoltre la “libertà di espressione; tale diritto comprende la
libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee di ogni genere, senza riguardo a frontiere,
oralmente, per iscritto, attraverso la stampa, in forma artistica o attraverso qualsiasi altro mezzo di sua
scelta” (art. 19, Patto per i diritti civili e politici).

“Dopo la mobilitazione per salvare dalla condanna a morte Sakineh, ancora più importante diventa levare
le nostre voci a sostegno di Maryam Bahrman, una donna la cui unica colpa è quella di lottare per
migliorare la condizione delle donne nel suo paese”, afferma Daniela Colombo.

“Per questo AIDOS si appella alle istituzione italiane, alla società civile e ai media: la pressione
internazionale è vitale in casi come questi, come ha sottolineato tante volte Shirin Ebadi, iraniana premio
Nobel per la pace”.

– E’ possibile firmare una [petizione on line->http://www.gopetition.com/petitions/free-maryam-bahrman.html] per la liberazione di Maryam Bahrman