Federica Iacobelli e Marinella Manicardi a Napoli il 18 marzo 2017 sono state premiate  per il loro testo teatrale “Nelle mani di Anna”, con una menzione speciale dalla giuria italiana dell’ottava edizione della Biennale internazionale di drammaturgia femminile “La scrittura della differenza”. Nella motivazione si legge: “Per aver costruito, ricreando un incontro immaginario tra due scienziate del Settecento – Anna Morandi Manzolini e Emilie du Chatelet – famose negli ambienti intellettuali del loro tempo, poi dimenticate . L’intero progetto “Nelle mani di Anna” si è svolto in collaborazione con Comune di Bologna assessorato Cultura, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Associazione Bibliò, Le Magnifiche Editrici, Sistema Museale d’Ateneo-Palazzo Poggi, Biblioteca italiana delle donne, Sala Borsa, Trekking Italia, Liceo Minghetti Bologna.

Al Teatro comunale di  Argelato in Via Centese, 50  si terrà un incontro aperto al pubblico con il laboratorio di narrazioni teatrali per adolescenti a cura di Federica Iacobelli e Marinella Manicardi. Lunedì 18 dicembre 2017 ore 14,00

La cosa bella dell’adolescenza è che succede tutto per la prima volta. La cosa brutta è che non è detto che tutto sia come te l’avevano raccontato o come te l’aspettavi.  A volte la scoperta dei propri sentimenti spaventa più di una punizione e la paura di essere inadeguati o non accettati può scatenare aggressività nelle relazioni verso gli altri o persino contro se stessi.

Molte donne che lavorando in teatro e per il teatro sono attente alle reazioni di giovani e giovanissim* alla narrazione teatrale. Interessante quanto ha detto Letizia Pardi, attrice, regista e formatrice in una intervista rilasciata a Bruno Santini nel 2013 ha detto: «Bambin* e ragazz* davanti ad uno spettacolo teatrale sono portat* a manifestare più apertamente le loro reazioni, mantengono ancora una spontaneità che gli adulti invece hanno imparato a controllare. Ciò li porta ad essere spettatori più attivi e più coinvolti, sia nell’approvare che nel criticare ciò che stanno vedendo. Accanto a questo, ci sono altri elementi di differenza rispetto al loro modo di fruire di uno spettacolo, ad esempio la curiosità e il piacere di trovarsi a vivere un’esperienza diversa, divertente ed emotivamente intensa insieme alla propria classe o ai propri genitori. I bambini e le bambine sono quell* che fin da subito partecipano con grande entusiasmo alle attività proposte e non hanno nessun timore a mettersi in gioco completamente. Per i/le  più grandi, soprattutto i/le preadolescenti e gli/le  adolescenti, può esserci, all’inizio, una difficoltà dovuta sostanzialmente ad una disabitudine ad esprimersi attraverso un linguaggio diverso (come ad esempio quello corporeo). Ecco che può nascere la paura del giudizio degli altri, l’imbarazzo, la vergogna. Ma la mediazione del gioco teatrale e il rispetto di alcune regole, prima fra tutte quella della sospensione del giudizio nei confronti degli altri o delle altre e di se stess*, consentono a tutt*, in poco tempo, di trovare uno spazio adeguato e una propria dimensione espressiva e creativa che tenga conto delle specificità e delle possibilità individuali».«Il teatro per ragazz* -, se fatto con qualità, può essere di grande utilità formativa, perché è un linguaggio interdisciplinare in grado di contenere dentro di sé la scrittura, il gesto, il movimento, il suono, l’immagine e il segno, elementi che concorrono a dare un senso e un significato alla vita di una persona e di una comunità».