Le notizie riguardo la condanna di Nasrin Sotoudeh, hanno portato ad interpretazioni ambigue. L’intervista con Reza Khandan, il marito di Nasrin Sotoudeh, cerca di fare chiarezza sulla reale situazione.Signor Khandan, Le poniamo alcune domande in riferimento alle ambiguità presenti nelle accuse fatte alla signora Sotoudeh. In un primo momento, è stata accusata di “minaccia contro la sicurezza nazionale”, “propaganda e cospirazione contro il regime” e di essere “membro dell’Ordine dei difensori dei diritti umani”; successivamente, dalle notizie dei reporter del sito di Human Rights, apprendiamo che è stata accusata anche di “violazione del codice di abbigliamento”, mentre scompare l’accusa di appartenere all’Ordine dei difensori dei diritti umani.

{{Ci spiega l’esatta accusa della signora Sotoudeh?}}

Purtroppo c’è stata un’imprecisione nella notizia diffusa inizialmente.
Non c’è stata nessuna udienza in tribunale in riferimento alla “violazione del codice di abbigliamento” di Nasrin. L’unica possibile udienza al riguardo, è stata annullata a causa della protesta di Nasrin e del suo avvocato, perché, secondo loro, l’accusa di “violazione del codice di abbigliamento” è di competenza del tribunale civile e non del tribunale di sicurezza. Inoltre, come spiega uno degli avvocati di Nasrin, «anche se venisse accusata dal tribunale civile, dovrebbe pagare una penale (tra 50,000 e 100,000 toman)». Aggiungo, solo a titolo informativo, che sembra che l’ayatollah Khomeini, in una sua fatwa, si sia così espresso: «se l’immagine di una donna viene vista da persone (uomini e donne) che non la conoscono, non si violano le leggi sciaraitiche», quindi l’accusa di “violazione del codice di abbigliamento” è infondata.
_ Il verdetto del tribunale la condanna a undici anni di reclusione per “minaccia contro la sicurezza nazionale”, “propaganda e cospirazione contro il regime” e “appartenenza all’Ordine dei Difensori dei Diritti Umani”. La condanna prevede, inoltre, la proibizione, per 20 anni, di esercitare la sua professione e di lasciare il paese: dovrà scontare quest’ultima condanna al termine della sua detenzione.

{{Quindi è stato previsto il massimo della pena per la signora Sotoudeh.}}

Si, cinque anni di reclusione per “minaccia contro la sicurezza nazionale”, un anno di reclusione per “propaganda e cospirazione contro il regime” e cinque anni per “essere membro dell’Ordine dei Difensori dei Diritti Umani”. Per ogni capo di imputazione hanno dato il massimo della pena per complessivi undici anni di carcere.

{{Quali sono i motivi delle accuse?}}

Per noi è stato sorprendente. Oltre l’appartenenza all’“Ordine dei Difensori dei Diritti Umani”, l’altro capo di imputazione, riferito ad uno degli avvocati, è rappresentato dalle interviste rilasciate da Nasrin. Il difensore, a questo punto, ha posto la seguente domanda: «ammesso che una delle accuse sia per le sue interviste, ma l’altra accusa su che cosa è basata?». Non c’erano risposte chiare e continuavano a parlare delle sue interviste.
_ Ad ogni modo, nelle interviste non c’erano spunti per accusarla di propaganda, cospirazione contro il regime o minaccia contro la sicurezza nazionale. Hanno parlato di un solo caso, vale a dire quando Nasrin, rivolta al Comitato di Human Rights – Italia, ha detto: «noi chiediamo alla società civile italiana di sostenerci per valorizzare i diritti umani in Iran». Insomma, sostenevano che queste parole sapevano di cospirazione; comunque, questa frase è stata il massimo che hanno potuto trovare.

{{In altre parole, il tribunale ha comunicato che rilasciare interviste è un reato?}}

Non ha detto proprio così.
_ Hanno cercato di far capire che Nasrin parlava troppo con la stampa estera, quindi che cospirava con loro.
Nasrin, però, non rilasciava interviste di sua iniziativa, erano i giornalisti che telefonavano e le chiedevano notizie dei suoi assistiti, dei tribunali, ecc., e lei rispondeva.
Da nessuna parte risulta che rilasciare interviste sia un reato.

{{Signor Khandan, Lei ha visto il verdetto? Oppure è stato comunicato ai suoi avvocati o a Nasrin? }}

Il verdetto è stato comunicato ai suoi avvocati ed è di cinquanta pagine. Io non l’ho ancora visto.

{{Quando Lei ha sentito il verdetto che cosa ha pensato?}}

Tempo fa avevo sentito della condanna a undici anni di reclusione del premio Nobel per la pace cinese, sono rimasto scosso, ho detto: «undici anni! È una vita»; poi, quando ho sentito del verdetto di Nasrin ho constatato come le persone possono essere condannate per un niente.

{{E la signora Sotoudeh che ne pensa del verdetto?}}

Non è rimasta sorpresa. In una precedente udienza in tribunale, aveva capito che le sarebbe toccata una pesante condanna e aveva detto «Se uno deve andare all’inferno, meglio farlo a testa alta!».
Ma complessivamente l’ho trovata bene. Anche quando l’ho vista durante l’udienza era più rilassata.

{{Attualmente è in isolamento? Può ricevere visite? E i bambini come stanno?}}

E’ rimasta nella stessa cella ma, dopo l’udienza in tribunale, hanno messo con lei un’altra persona (prigioniera non politica). Ora sono in due.
_ Al momento, ogni due settimane possiamo farle visita attraverso un vetro divisorio, ma non portiamo Nima (il figlio di tre anni) perché, secondo il consiglio dello psicologo, fargli vedere la madre attraverso un vetro non avrebbe, su di lui, un buon effetto. Nima ha visto soltanto due volte sua madre di persona e senza barriere fra loro, per pochi minuti, e nemmeno questo gli ha fatto bene. Ora si è molto legato a me e non mi lascia un momento

{{Dalle notizie che ci sono giunte abbiamo sentito che Lei e la signora Ghanavi (l’avvocato difensore di Nasrin) siete stati convocati in tribunale.}}

È vero, sono stato convocato alla procura di Evin in veste di accusato e ci vado sabato o domenica.

– {Traduzione dal persiano a cura di [Campagna di un Milione di Firme- Italia ->http://www.1millionchange.info/spip.php?article7108]
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