yazidi in fuga
yazidi in fuga

È stata depositata ieri 18 maggio 2016 in Senato la mozione per il riconoscimento del genocidio del popolo Yazida, residente al confine tra Iraq e Siria e divenuto oggetto di persecuzioni, abusi e violenze da parte dei guerriglieri dello Stato Islamico.

Migliaia di persone – riporta la mozione nelle premesse – sono state costrette a fuggire dalle zone di origine per sottrarsi ai massacri e alle torture perpetrate ai loro danni; testimonianze riportano che i militanti dell’IS seminano terrore e agiscono con ferocia inaudita contro le minoranze, con pubbliche esecuzioni, stuprando e schiavizzando donne e bambini.

La mozione è stata firmata da tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione presenti in Senato e dai presidenti delle commissioni Affari esteri, Difesa e Diritti umani.

Nadia Murad
Nadia Murad

Nadia Murad, giovane attivista per i diritti umani del popolo yazida, sopravvissuta alla prigionia dell’IS – si legge nel testo della mozione – ha potuto raccontare gli scenari di brutali violenze e la sua testimonianza ha dato conto delle innumerevoli donne violate e costrette con la forza a contrarre matrimonio con i soldati del Califfato; nel corso di diversi incontri presso il Consiglio di Sicurezza e alle Nazioni Unite, al Parlamento europeo, all’House of Commons e più recentemente presso le due camere del Parlamento italiano ha chiesto che la comunità internazionale si adoperi affinché il massacro del popolo yazida, che si sta consumando al confine tra l’Iraq e la Siria, venga riconosciuto come genocidio dalle leggi internazionali.

Il documento, facendo riferimento alla risoluzione 260 del 1948, con la quale l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, definito come ciascuno degli atti commessi con “l’intenzione di distruggere in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”, impegna il Governo “a promuovere nelle competenti sedi internazionali ogni iniziativa volta al formale riconoscimento del genocidio del popolo yazida; ad adoperarsi, d’intesa con gli altri paesi dell’Unione europea, nel quadro degli strumenti a disposizione della comunità internazionale in seno all’Organizzazione delle Nazioni Unite, per far cessare ogni violenza nei confronti del popolo yazida; a realizzare corridoi umanitari per favorire l’arrivo di aiuti internazionali a sostegno della popolazione civile colpita dalle violenze; a soccorrere attraverso specifiche iniziative di assistenza umanitaria e sanitaria le vittime della violenza”.