Dalla mailing list Sommosse, un primo commento dopo i lavori del “Tavolo 4″ della Rete fenmminista su ” lavoro, precarietà, reddito”, svoltosi a Roma sabato 27 settembre. Appena dismessi i panni di video maker volante qualche mia personale riflessione sull’esperienza di ieri che titolerei in un futuro format
“A tavola! Autonarrazione e riflessioni delle Donne su Reddito e Lavoro”

Lucide le analisi, emozionante la forza delle narrazioni delle esperienze personali e di gruppo delle donne nei luoghi di lavoro dove con coraggio si combattono battaglie per il riconoscimento dei propri diritti( a volte anche ignorati ahimè) per la difesa del proprio salario e la salvaguardia di professionalità non riconosciute o svalorizzate.
Dobbiamo aiutarci e sostenerci tutte in quanto donne e quindi esposte maggiormente alle conseguenze di una gravissima crisi di sistema come quella che stiamo attraversando .

Ma altrettanto suggestivo il dibattito successivo.
Grazie alle {{donne di Amatrix}}, che hanno difeso {{il principio sacrosanto dello sganciamento del reddito dal lavoro}}.
Credo che una proposta del genere vada assolutamente strutturata al più presto e divulgata come proposta politica per ottenere consenso tra le donne, magari coinvolgendo anche qualche “politica” dormiente a Montecitorio e magari {{barattando alcune inevitabili”modernizzazioni”}} tipo il quasi inevitabile pareggiamento dell’età pensionabile delle donne a quello degli uomini (L’Europa lo vuole ahimè) {{finalizzando il risparmio alla creazione di un fondo a sostegno del reddito per l’esistenza}}.

Questa o altre proposte andrebbero valutate ed analizzate …. penso alle ragazze proletarie del sud, al 70 per cento delle donne non occupate in alcune regioni d’Italia , ma più di ogni altra considerazione è la bellezza dell’idea che riconosce la possibilità dell’esistenza delle donne al di là di ogni ruolo sociale imposto o desiderato che sia.

Una proposta che non vuole togliere nulla ad altre iniziative che riguardano le donne che già lavorano, all’attività di denuncia dei luoghi di discriminazione e sfruttamento,degli abusi e quant’altro, ma {{una proposta che non ci chiude in posizioni solo di difesa.}}
Spero, un fiore che può fiorire.

Come anche le comunità di donne che si autogestiscono: a proposito un grazie di cuore alle {{donne di Action A}} per la loro generosa ospitalità e
chiudo con l’immagine delle donne del Bangladesh e del Nord est indiano la cui sopravvivenza una volta sposate, è spesso legata alla disponibilità di una dote o rendita
Quella specifica realtà è solo il primo gradino di una realtà più generalizzata che ci riguarda penso tutte o quasi tutte e che condiziona inevitabilmente la nostra vita e le scelte che facciamo.