Il libro {A scuola di genere} curato da Maria Grazia Passuello e Valeria Longo (FrancoAngeli 2011 , pp. 167 , €21) presenta l’esperienza dell’intervento promosso tra il 2006 e il 2009 da Solidea in alcune scuole medie superiori di Roma e provincia con l’obiettivo di contrastare il fenomeno della violenza di genere, il bullismo e i comportamenti aggressivi tra i giovani . Il punto di partenza del progetto è l’introduzione dell’ottica di genere nella formazione degli studenti supplendo all’assenza di questa dimensione nell’insegnamento delle nostre scuole, offrendo a ragazzi e ragazze strumenti di riflessione critica su ruoli sessuati e stereotipi di genere su cui si basano le relazioni di dominio che costituiscono il terreno di coltura della violenza di genere.

[Solidea->http://www.solideadonne.it/] è un’ istituzione di genere femminile e solidarietà della Provincia di Roma che ha sviluppato un approccio integrato alla violenza di genere centrato non solo sulle misure di protezione delle vittime e dei loro figli, che vengono ospitati negli appositi Centri, ma anche sulla prevenzione.

In quest’ottica la scuola è stata identificata come il luogo dove giovani uomini e donne possono addestrarsi a relazioni improntate al reciproco rispetto, alla parità e alla valorizzazione della differenza di genere. Da qui ha preso le mosse il progetto di collaborazione tra Solidea e alcune associazioni di donne da tempo impegnate contro la violenza con l’obiettivo di sensibilizzare gli adolescenti e le adolescenti, ma anche di incidere sugli stereotipi culturali dei loro insegnanti e genitori. L’idea-guida del progetto è che una nuova cultura delle relazioni sia indispensabile per la riforma del sistema formativo e che l’interlocuzione positiva con gli adulti –insegnanti e genitori – sia essenziale per generare cambiamenti culturali nei giovani.

In base a quanto emerso negli incontri con studenti insegnanti e genitori e soprattutto a quanto emerso dai questionari di uscita compilati dagli studenti, gli interventi realizzati nel progetto si sono rivelati efficaci nell’individuare nei giovani situazioni latenti di disagio e segni premonitori di relazioni di genere aggressive e di dominio.

Grazie agli incontri con le operatrici e all’attivazione nelle scuole di uno sportello per l’ascolto psicologico che ha permesso ai ragazzi di esplicitare meglio i loro bisogni e richieste, è emersa nei giovani una maggiore consapevolezza della propria dimensione emotiva rispetto a sentimenti di rabbia o delusione, si è accresciuta la loro capacità di riconoscere gli stereotipi di genere, nonché i propri limiti personali e comportamenti violenti, è dunque migliorata la capacità di comunicazione tra i sessi.

Gli interventi sono stati anche utili a migliorare le capacità di insegnanti e genitori nell’interpretare comportamenti di ribellione e di sfida dei ragazzi e, in questo senso, si sono rivelati tanto più efficaci quanto più aperti all’apporto sinergico delle famiglie, oltre che dell’insieme dei soggetti della società civile operante nel territorio.

L’efficacia degli interventi svolti incoraggia a garantire una continuità al progetto, sia stimolando i ragazzi che vi hanno partecipato a diventare loro stessi peer educator per altri studenti, sia diffondendo modalità e metodi di intervento per offrire la possibilità di replicare l’esperienza ad altri operatori e ad altre organizzazioni di donne.
Dato che il dilagare della violenza contro le donne e dei comportamenti giovanili violenti si presenta oggi come problema di estrema gravità, la trasferibilità ad altre situazioni delle esperienze fatte nei tre anni di intervento è giustamente tra le priorità che hanno ispirato Solidea e le organizzazioni di donne che hanno partecipato al lavoro e costruito insieme questo libro.
L’aspirazione sarebbe quella di estendere alle scuole di ogni ordine e grado idee obiettivi metodi che hanno guidato gli interventi: il libro si pone come importante ed efficace strumento di questa estensione, oltre che come mezzo di messa in rete e ampliamento della collaborazione con le associazioni di donne, gli operatori socio-culturali, gli insegnanti e le insegnanti.

A questo scopo mi sembrerebbe tuttavia necessario che, poiché l’87% del personale docente è rappresentato da donne, i prossimi interventi mettano meglio a fuoco le loro ragioni e responsabilità nella carenza della dimensione di genere nell’insegnamento e nella formazione delle giovani generazioni

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a cura di Maria Grazia Passuello e Valeria Longo
FrancoAngeli 2011 , pp. 167
€21