Lorenza mazzetti , dietro di lei si intravede uno dei quadri che lei ha dipento per ricordare l'eccidio dei suoi durante la guerra.
Lorenza Mazzetti , dietro di lei si intravede uno dei quadri che lei ha dipento per ricordare l’eccidio dei suoi durante la guerra.

Lorenza Mazzetti madrina del Festival del Cinema di Porretta Terme e icona del visual di questa edizione, sarà al cinema Kursal di Porretta giovedì 8 dicembre 2016 alle ore 17 e 30 per la presentazione del suo libro “Diario Londinese”diario-londinese

E’ lei a Londra alla metà anni Cinquanta. Una ragazza sola in una metropoli a fare i conti con la vita e soprattutto con se stessa, con l’orrore della guerra e del nazismo, ma con una voglia di sopravvivere davvero unica. Abbandonata in un locale dell’accademia universitaria, dove per la sua tenacia è riuscita ammessa, Lorenza ruba l’attrezzatura per girare un film. Comincia così il movimento del Free Cinema inglese, una delle «onde nuove» più trascinanti della cultura europea in generale e che ha segnato, con le sue storie di periferie malinconiche e giovani qualunque, il cinema contemporaneo.

Londra, metà anni Cinquanta. Abbandonata in un locale dell’accademia universitaria, dove per la sua tenacia è riuscita ammessa, una ragazza italiana ruba l’attrezzatura per girare un film. Comincia così il movimento del Free Cinema inglese, una delle «onde nuove» più trascinanti della cultura europea in generale e che ha segnato, con le sue storie di periferie malinconiche e giovani qualunque, il cinema contemporaneo, Ken Loach compreso.
La ragazza è lei, Lorenza Mazzetti  che in Diario londinese racconta tutto quello che successe intorno alla preparazione del suo film Together, il primo documento del Free Cinema. Racconta dei giorni e delle persone che, assieme a lei, iniziarono il movimento. E i personaggi sono prima di tutto il terzetto di futuri grandi registi Lindsay Anderson, Karel Reisz e Tony Richardson che, con Lorenza, del Free Cinema firmarono il manifesto.
«Volevo lasciare la Toscana» comincia l’autrice, perché dietro le sue spalle stava la truce tragedia. Dello zio Robert Einstein e della famiglia di lui che l’aveva adottata. Erano stati sterminati dai nazisti nel 1944, di fatto dinnanzi agli occhi di lei bambina e della sorella, forse per vendetta contro l’altro Einstein, il grande Albert. Questa storia Lorenza Mazzetti ha raccontato in un breve capolavoro, Il cielo cade, e il ricordo ritorna per lampi anche in questo diario. Ma solo come se fossero sogni che parlano di un dolore che non si quieta, perché invece questo libro è percorso da una fervida energia creatrice, felice di giovinezza e di voglia di sorprendersi.
In linea con l’ardore di autenticità della nuova espressività scoperta, la prosa di queste pagine è voluta senza orpelli e senza aggettivi: un racconto verità che staglia immagini, non narra eventi, per consegnare, sullo sfondo di una metropoli che non ha sonno, il ritmo di un meraviglioso momento dell’intelligenza e della vita.

pupettLorenza Mazzetti, nata a Roma, ha vissuto l’infanzia in Toscana, nella villa della famiglia della zia paterna, sposata a Robert Einstein, cugino di Albert. Ha scritto Il cielo cade (Premio Viareggio del 1962, pubblicato da questa casa editrice nel 1992, da cui è stato tratto il film nel 2000) che narra di quell’infanzia. Regista cinematografica, ha fondato con Lindsay Anderson, Karel Reisz e Tony Richardson il «Free Cinema Movement», esperienza narrata in Diario londinese (2014). Fonda e dirige tuttora a Roma il Puppet Theatre.