I momenti di incontro tra generazioni politiche diverse del femminismo corrono spesso il rischio di risolversi nel mancato riconoscimento reciproco. L’interesse e la novità del seminario A partire da… Letture d’archivio e testimonianze sulle lotte di liberazione delle donne a partire dal corpo/identità di genere, che si è tenuto sabato 27 gennaio alla Casa Internazionale delle donne di Roma, risiede proprio nel percorso, durato un anno, che ha portato alla sua costruzione.La giornata del 27 è nata da {{una serie di incontri}} che si sono svolti nella sede di Archivia, presso la Casa Internazionale, tra gruppi di femministe e lesbiche della capitale – il {{collettivo femminista OttomilaFibre}}, il {{collettivo lesbico femminista ConnettiVe}}, un {{gruppo in cui sono confluite alcune donne del Gruppo donne CSOA Ex Snia Viscosa e dell’Assemblea femminista di via dei Volsci 22}} – chiamati a confrontarsi con alcuni documenti prodotti durante gli anni ’70 (e ’80) a partire dai propri percorsi e pratiche politiche.

“La trasformazione culturale prodotta dal femminismo nel Novecento – si legge nel documento di convocazione del seminario – sollecita la rilettura di documenti e testimonianze degli archivi delle donne, non per dettare i canoni di una cultura in parte invalidata dall’attuale situazione storico/culturale, piuttosto per conoscere le modalità dei percorsi che hanno messo in moto gli spostamenti: non siamo partite dalla rivendicazione di diritti e di leggi per mettere in discussione la società patriarcale che li prevede, per riprodursi, nella sua evoluzione lineare; siamo partite dal corpo, dalla sessualità passando per le leggi come mediazione necessaria, parziale, sempre discutibile (…) .

{{Da dove partono le femministe e le lesbiche che fanno politica oggi?}}

La sessualità e il corpo sono temi ancora al centro della riflessione politica? A partire da queste domande si è sviluppato un confronto che ha portato alla formulazione di nuovi interrogativi e riflessioni che sono confluiti nelle tre relazioni che i gruppi hanno prodotto per il seminario e sulla base delle quali si sono confrontati con alcune femministe della generazione politica che ha scritto i documenti d’archivio esaminati.

{{Il collettivo OttomilaFibre}} ha realizzato una serie di {{interviste}}, alcune svolte di persona altre tramite un questionario inviato in rete, a donne biologiche (lesbiche, bisessuali, etero) ed a persone trans FtM, MtF, transgender, queer (lesbiche bisessuali, etero) su sessualità, rapporto con il corpo e desiderio.
_ I risultati di questo lavoro sono stati discussi, approfonditi, smontati e rimontati, sviscerati attraverso {{l’autocoscienza, che il collettivo pratica}}, per poi confluire in una relazione dal titolo {Sessualità: voci ed esperienze a confronto}. Il gruppo ha proposto numerosi interrogativi e spunti di riflessione sulla costruzione del desiderio, sul ruolo, sull’identità di genere, su potere e compiacenza nella sessualità .

{{Il collettivo lesbico femminista ConnettiVe}} ha indagato, nella propria relazione, la necessità per il femminismo di agire fino in fondo la propria radicalità attraverso un discorso che metta al centro la costruzione della soggettività (autonoma e altra).
_ “Il femminismo – si legge nella relazione dal titolo {L’assenza di un discorso} sarebbe stata una rivoluzione più efficace se, oltre alle fondamentali pratiche attuate, si fosse dato adito al coraggio di una rinominazione delle comuni esperienze femminili in chiave femminista e a nuove teorizzazioni dei soggetti LESBICA e DONNA e della loro formazione. (…) il femminismo come “movimento critico di cambiamento deve porre i termini del discorso in maniera radicalmente diversa da quelli posti dal patriarcato, cercando il cambiamento non verso l’esterno, ma attuarlo dal suo interno attraverso pratiche di decostruzione e ridefinizione della soggettività”.

{{Il gruppo di donne provenienti dal CSOA Ex Snia e dall’Assemblea femminista di via dei Volsci 22}} (del quale fa parte chi scrive..) ha concentrato la propria riflessione sulla {{difficoltà , abbastanza generalizzata tra i gruppi femministi, a parlare di sessualità}} partendo da un confronto di esperienze e dalla concretezza dei corpi, nonché sulla tendenza a mantenersi su posizione difensive rispetto all’esistente. Questa situazione è provocata tanto dalla difficoltà a nominare conflitti e contraddizioni delle proprie vite e relazioni affettive, specialmente in un contesto caratterizzato dalla scomparsa di un movimento femminista diffuso e visibile, quanto dal mutamento della società, che ad una negazione del corpo e della sessualità femminile ha sostituito una sovraesposizione di entrambe e più insidiosi meccanismi di introiezione della norma.

Uno dei fili conduttori che hanno legato le relazioni è stato {{il problema della trasmissione dei saperi da una generazione politica all’altra}}. _ L’assenza/necessità di una comunità /collettività di femministe e lesbiche è stata al centro anche di alcuni degli interventi delle “invitate” (Lea Melandri, Luciana Percovich, Cloti Ricciardi, Margherita Giacobino e Annalisa Marino in veste di coordinatrice).

{{Gli spunti di riflessione}} nati dalla discussione sono stati numerosi: dalla necessità di {{ripartire dalla narrazione di sé}}, dall’esperienza e dalla valorizzazione delle contraddizioni a quella di svelare alcuni dei nuovi tabù quali la “mendicità affettiva” ed il bisogno di fusione ed il potere garantito dal ruolo; l’importanza di continuare a {{tenere presente il significato più ampio della parola sessualità }}, non riducibile al rapporto sessuale; la necessità di nominare il dolore e la sconfitta, tanto nell’esperienza esistenziale che in quella politica.