La casa internazionale delle donne di Roma ha aderito alla manifestazione indetta per il 17 aprile.

Qui il testo del messaggio a firma di Maura Cossutta:

17 aprile 2021

La Casa Internazionale delle Donne aderisce alla mobilitazione di “Non Una di Meno-Torino” e “più di 194 voci”

Carissime,
siamo con voi, al vostro fianco, per questa battaglia che è la battaglia di tutte. La battaglia di sempre. Contro la legge 194 gli attacchi non hanno mai smesso. Oggi sempre più violentemente con mozioni “pro life” nei consigli comunali e regionali, addirittura – come in Piemonte –
prevedendo bandi per far entrare gli antiabortisti nei reparti e nei consultori.
Ma anche in modo più subdolo, cercando di svuotare dall’interno la legge. L’obiezione di coscienza è ormai il vero grimaldello per sabotare la legge. Gli obiettori aumentano e diminuiscono le
strutture che effettuano IVG, pochissime garantiscono l’aborto terapeutico e quello farmacologico; i tempi di attesa si allungano, costringendo le donne a cercare sempre altrove, aumentando i rischi per la loro salute. L’interruzione volontaria di gravidanza è sempre più un
percorso a ostacoli.
Serve alzare il tiro, per imporre controlli veri e sanzioni efficaci affinché gli ospedali – secondo quanto sancito nell’articolo 9 della legge – garantiscano obbligatoriamente il servizio, prevedendo
che le strutture che non lo garantiscono siano considerate responsabili civilmente e penalmente.
Serve alzare il tiro perché i Direttori Generali siano valutati rispetto alla reale applicazione della legge, per consentire di fare bandi dedicati per assumere nei servizi personale non obiettore,
perché i contraccettivi siano gratuiti, per l’aborto farmacologico senza ospedalizzazione, anche in regime ambulatoriale e in consultori adeguatamente attrezzati.
Serve alzare il tiro, denunciando che l’obiezione alla 194 non ha nulla di nobile perché nessuno paga un prezzo, semmai lucra in termini di carriera. Smascherando l’ipocrisia e l’opportunismo
degli obiettori, proponendo che vadano ad operare nei consultori, sfidandoli a dimostrare la coerenza della loro scelta, per fare quello che resta il pilastro più importante per evitare le gravidanze indesiderate e quindi gli aborti, e cioè informazione ed educazione alla contraccezione.
Serve alzare il tiro, perché l’obiezione contro l’aborto rappresenta anche un pericoloso vulnus costituzionale, perché si fonda sul riconoscimento di valori etico- religiosi “non negoziabili”, che costituiscono un prius che trascina la richiesta di legislazioni confessionali. Si mette in discussione
la laicità dello Stato e con essa lo stesso articolo 3 della Costituzione. Se infatti esiste un prius ordinatore etico confessionale, si distorce il principio di eguaglianza, non siamo più tutti uguali.
Domina la gerarchia dei valori confessionali, che trascina un ordine sociale autoritario, discriminatorio, che indirizza le finalità delle politiche pubbliche verso modelli sociali di inclusione
e di esclusione, verso un’idea persino di cittadinanza ristretta, fondata su identità ed appartenenze confessionali.
Quando ci sono leggi confessionali si aprono nuove e modernissime diseguaglianze. E a pagarne il prezzo per prime saranno certamente le donne, la loro libertà. Torna infatti la cultura della colpa, la criminalizzazione e lo stigma contro le donne che abortiscono, la paura verso la loro libertà.
Ritorna il vento del patriarcato, che cancella conquiste, cultura, esperienze, memoria.
Questo vento sta soffiando sempre più forte. Ma la storia continua: in tutto il mondo le donne si mobilitano, dall’Argentina alla Polonia, dagli Stati Uniti all’Irlanda e naturalmente anche in Italia, per chiedere la legalizzazione dell’aborto ma anche molto di più.
Senza il riconoscimento della libertà e dei diritti delle donne, non c’è cambiamento, c’è solo modernismo restauratore.

15 aprile 2021

Maura Cossutta
Presidente Casa Internazionale delle donne


Il 17 aprile, a Torino, manifestazione indetta da le reti Più di 194 Voci Torino e Non Una di Meno Torino

In piazza per tutelare il nostro diritto all’aborto libero, sicuro, accessibile! Nessun passo indietro, sui nostri corpi decidiamo noi!

Qui il testo della lettera-invito:

Le reti Più di 194 Voci Torino e Non Una di Meno Torino invitano tutte le donne, le persone e le realtà che hanno a cuore l’autodeterminazione ed il diritto all’aborto a aderire e a scendere in piazza con noi.

Il 17 aprile a Torino e in tutte le città dove sarà possibile
piazza Castello, sotto la Regione, dalle 11.00 alle 13.00
piazza Carignano dalle 15.00 alle 18.00

La Regione Piemonte, dopo i provvedimenti integralisti che altre regioni di destra quali Umbria, Marche, Abruzzo, Friuli e Veneto stanno approvando e portando avanti, ha deciso, in pieno Covid, di unirsi a questo furioso attacco diffuso in tutto il Paese contro il diritto delle donne e delle persone tutte all’autodeterminazione.
Questi feroci attacchi sono gli stessi contro i quali stanno lottando i movimenti femministi e LGBT+ di Ungheria e Polonia mentre le donne turche stanno tenacemente protestando contro il ritiro dalla Convenzione di Istanbul da parte della Turchia. Dietro le quinte di questi attacchi si
nascondono ricche e potenti strutture religiose estremiste.
Tutto questo sta succedendo in piena crisi mondiale nata da un pauroso squilibrio dell’organizzazione sociale e della sua riproduzione, crisi che il Covid ha contribuito a far emergere e i cui effetti gravano sulle fasce più deboli. Sulle spalle delle donne si è scaricato il grosso peso di questa pandemia.
In diverse città del nostro Paese sono anche in pericolo storici luoghi e Case delle donne che da decenni sono centri vitali per i femminismi, i movimenti e la cultura delle donne, il contrasto della violenza.
Vogliamo condividere con tuttə quantə le ragioni della nostra lotta in particolare con le tante realtà di donne che da mesi hanno ripreso a incontrarsi anche a livello nazionale per far sì che la risposta da parte di tuttə a questi attacchi non si limiti alla difesa ma diventi il nostro
contrattacco:

Vogliamo molto più di 194!

Rete +di194voci Torino

Torino, 11 aprile 2021

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