vanessa-meleL’ultima battaglia di Vanessa Mele, la giovane la cui madre è stata assassinata dal padre, è quella di far approvare una legge per rendere  automatica l’indegnità a succedere per chi ammazza il coniuge.

Oggi mercoledì 11 maggio 2016 è stata presentata alla Camera – presente la presidente Laura Boldrini –  una proposta che potrebbe rendere l’indegnità a succedere un passaggio del tutto naturale. Come? In caso di condanna in via definitiva per l’omicidio del coniuge il carnefice viene escluso direttamente dall’asse ereditario.

VITTIME COLLATERALI

Il progetto di legge è rivolto a tutelare maggiormente le vittime collaterali di queste tragedie. Le statistiche dicono infatti che nove volte su dieci è il padre che uccide la madre. In queste circostanze, i figli si ritrovano orfani di entrambi i genitori. O perché chi ha commesso il delitto si è suicidato, o perché è stato arrestato e incarcerato. Al dolore, poi, si aggiungono anni di cause civili per stabilire i risarcimenti e per dichiarare l’eventuale indegnità a succedere. Con la nuova proposta di legge tutto questo diventerebbe automatico.

 

LA STORIA DI VANESSA

Oggi alla Camera presente  anche Vanessa Mele la cui vita è cambiata del tutto il 3 dicembre del 1998, quando il padre le ha ucciso la madre. Per lei è la terza battaglia combattuta contro quell’uomo che le ha rovinato l’esistenza. Il primo scontro Vanessa l’ha avuto quando aveva 18 anni: «Mi sono liberata del suo cognome e ho preso quello di mia mamma» La seconda guerra giudiziaria è iniziata dopo la scarcerazione del padre che chiese e ottenne la pensione di reversibilità della moglie uccisa. L’unica fonte di reddito, almeno fino a quel momento, di Vanessa. A quel tempo, grazie anche all’aiuto dell’avvocato Annamaria Busia, la giovane aveva presentato una proposta di legge (accolta) per abolire il diritto alla reversibilità. Adesso l’ultima sfida: far diventare automatica l’indegnità a succedere per chi uccide la propria compagna o viceversa.