Abbiamo opinioni e idee diverse sull’appello “Se non ora quando”, ci sentiamo però
coinvolte da un appuntamento di donne che dice BASTA all’indecente trasformazione
della politica, che si nutre e fa sfoggio dell’intreccio tra sesso, potere e danaro.Come metalmeccaniche, a partire dalle lotte con cui abbiamo difeso e continuiamo a
difendere libertà, dignità, diritti e democrazia nel lavoro e per il lavoro per tutte e tutti,
saremo nelle piazze il 13 febbraio sulla base di queste ragioni:

La mercificazione del corpo delle donne e la loro svalutazione simbolica sono strettamente
legate da una parte alla loro esclusione e marginalizzazione nel mercato del lavoro,
dall’altra all’aumento dello sfruttamento e della fatica nel lavoro produttivo e in quello di
cura a causa dell’inaccettabile e crescente autoritarismo padronale a cui si accompagna
una politica di smantellamento dello stato sociale.

Politiche restrittive e misogine sono le due facce di un modello sociale in cui il ricatto e la
mercificazione sessuale sono offerte alle donne come strumento di affermazione
individuale e di successo. Modello che intesse anche le relazioni di lavoro e familiari e
contro cui ci siamo sempre battute per difendere dignità e diritti delle donne contro i ricatti
e la violenza.

Agli uomini non chiediamo amicizia ma di mettere in discussione, a partire da sé, la
miseria di un modello maschile, quale quello rappresentato dal Presidente del Consiglio.
_ Come lottiamo contro l’uso del corpo delle donne come oggetto di scambio sessuale, così
rifiutiamo ogni strumentalizzazione del valore politico della ribellione delle donne.

Libertà femminile e autodeterminazione costruiscono misura e valore della dignità
delle donne, forza radicale di cambiamento.

Come metalmeccaniche promuoveremo entro il prossimo mese una nostra iniziativa
nazionale per avviare una riflessione che, a partire dalla soggettività delle donne, affronti
anche i temi relativi alla riconquista del contratto nazionale.

{Le delegate
della
“Assemblea Nazionale delle delegate e dei delegati Fiom-Cgil”}