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Dalla finestrella del solaio Anna Frank guardava il tempo passare… Ogni giorno era un giorno in più, un giorno regalato, un giorno rubato…

Era l’ippocastano piantato nel giardinetto di fronte a scandire le giornate, le stagioni…

Le sue foglie si muovevano leggere al soffio del vento, chiacchieravano forse? E cosa si dicevano?… Anna le ascoltava e aspettava… Sì, aspettava che quell’incubo finisse, sperava che presto sarebbe potuta uscire di casa, passeggiare, correre, ridere, parlare a voce alta, accendere la radio.

“Il nostro ippocastano è in piena fioritura tutto coperto dalle foglie, molto più bello dell’anno scorso” scrive nel “Diario”.

Poi l’ippocastano si è ammalato. Lì vicino una cisterna di gasolio si era rotta e aveva inquinato il terreno. Da allora hanno cercato di curarlo e gli esperti giuravano di essere capaci di tenerlo in vita per altri vent’anni.

Senza l’ippocastano sul fondo, la casa di Anna Frank non sarebbe stata più la stessa… Sono migliaia i visitatori che ogni anno vanno su e giù per le scale e varcano la famosa porta-libreria girevole dietro la quale c’erano le stanze del nascondiglio. Dalla finestrella del solaio si vede l’albero. No, la casa di Anna non sarebbe più la stessa senza l’ippocastano.

Purtroppo, però, il 23 agosto 2010, dopo oltre 150 anni di vita, l’ippocastano monumentale si è lasciato andare a terra. Già da alcuni anni la Fondazione del museo in memoria di Anna Frank aveva predisposto la costruzione di una gabbia che potesse sostenere l’albero moribondo, ma il vento e la pioggia hanno accelerato la sua fine.

Per fortuna, però, un centinaio di polloni e molote “castagne matte” sono state prelevate dall’ippocastano caduto per consentire al suo dna di sopravvivere in altre piante che sono state messe a dimora in vari giardini del mondo: alle Nazioni Unite a New York, a Indianapolis in California, nel Michigan, a Washington, ma anche in Francia a Parigi e a Lione, in Italia a Varese e a Roma.

E così, accanto al notissimo “Diario”, anche l’ippocastano contribuisce, con le sue radici, a mantenere viva la memoria di Anna.