Il 31 ottobre, al Centro di Documentazione Donne di Bologna, donne provenienti da molte città hanno discusso sulle modalità di partecipazione alla manifestazione del 28 novembre, utilizzando anche un collegamento in voce via internet per coinvolgere chi non aveva potuto esserci. Nessuna ha messo in discussione la presenza alla manifestazione di Roma. Alcune, soprattutto quelle i cui collettivi fanno parte della rete Sommosse, hanno voluto chiarire come le modalità di raccogliere adesione alla manifestazione attraverso il sito [torniamoinpiazza.it->http://www.torniamoinpiazza.it] non corrispondevano ad una pratica che era stata precedentemente condivisa e che aveva portato alla preparazione e alla partecipazione alle manifestazioni contro la violenza alle donne del 2007 e del 2008.

La decisione di aprire questo sito è stata vissuta da molte come una forzatura di chi aveva, secondo loro, {{anteposto ad una volontà collettiva condivisa,}} la necessità di dar voce ad un diffuso ma non bene esplicitato bisogno di scendere in piazza. Una posizione critica e puntuale bilanciata però da una consapevole autocritica che sottolineava il pesante depotenziamento della rete Sommosse nell’ultimo anno. Un atteggiamento che in parte ha legittimato l’atto di volontà individuale di chi non voleva perdere – data anche la pesantezza dell’attacco politico – l’occasione di coinvolgere il maggior numero di donne stanche di tanta violenza.

Proprio per questo è stato chiesto che, nel documento finale venisse esplicitato anche un ringraziamento a chi si era assunta questa pesante responsabilità. Una {{situazione conflittuale ma costruttiva}} che ha permesso così di discutere su che cosa significa {{assumere il concetto di noi in una cultura dove l’individualismo fa da padrone}}, ma anche di capire che il noi è formato da tante diverse soggettività che non possono essere cancellate a discapito della potenzialità dello stesso noi che potrebbe indebolirsi fino a sparire. Un altro punto è che la rete politica dei collettivi, e non si è parlato solo di Sommosse, ha utilizzato negli ultimi anni internet in modo massiccio, potenziato {{un noi telematico forse a discapito di un noi corporeo}}. Una consapevolezza presente in questa assemblea che immediatamente ha spostato il confronto sui {{contenuti per i quali scendere in piazza il 28 novembre.}}
Sono stati ripresi {{tutti i punti proposti durante l’assemblea cittadina di Bologna}} e che qui riporto.

E’ stato ribadito che la maggior parte delle violenze avvengono in famiglia, che bisogna garantire l’inviolabilità del corpo e la difesa dell’integrità psicofisica, che è indispensabile ribellarsi a questo mondo di maschi violenti, portatori di cultura e politica dello stupro!!! E {{denunciare l’uso politico del corpo delle donne (con una riflessione sull’intreccio sesso-potere e denaro).}}

Diventa obbligatorio {{rifiutare un razzismo incalzante che prende la forma di sequestri e torture dentro i C.I.E.}} {{(soprattutto per le donne) e di leggi razziste.}} E’ stata sottolineato come dopo tanti anni da “Processo per stupro” siamo ancora noi le reali imputate delle violenze che su di noi vengono agite (vedi Montalto di Castro, Bologna ecc.ecc.) e continuando, pertanto, a {{presidiare i ” tribunali patriarcali”}} per non fare sentire sole, le donne che denunciano!!!

E, poi, {{individuare la violenza verso le lesbiche non solo come lesbofobia (fobia-paura) ma odio eterosessista}} verso soggetti che si sottraggono all’eterosessualità obbligatoria. Insomma, è necessario vigilare perché nuovi e vecchi fascismi che sempre hanno perseguito, un’idea di donna, alle dipendenze della specie, non si diffondano azzerando memoria e libertà .

Dunque: {{No al Femminicidio.}} No alla logica violenta tanto degli stupratori quanto delle ronde dei giustizieri. Per noi è stato detto una strada è sicura quando è piena di donne. E’ così che ifiutiamo la logica della paura.
A questi punti è stato chiesto di aggiungere anche un No alla violenza contro le persone che hanno cambiato sesso e di sottolineare la connivenza tra patriarcato religioso e istituzionale. Nel documento {{oltre a ricordare la manifestazione del 21 a Brescia verrà ricordata anche quella del 29 novembre a Montalto di Castro}} contro una sentenza che ha riportato in libertà degli stupratori.
E’ stato riportato, da chi era in collegamento voce via internet, che {{a Roma il collettivo Le ribellule}}propone una mobilitazione cittadina nei quartieri e durante le ore notturne per entrare in contatto con altre donne per dimostrare con loro di non voler essere condizionare da paure indotte. Hanno pensato anche ad un attraversamento della manifestazione del 28 novembre sottolineando però che sulle modalità devono ancora discutere.

{{Il documento una volta scritto sarà immesso in rete utilizzando tutti i siti e i blob a disposizione e messo con particolare evidenza nel sito torniamoinpiazza.it.}}

Tra le informazioni che sono circolate durante questo incontro anche quelle delle due assemblee che si terranno alla Casa Internazionaledelle Donne a Roma: una assemblea cittadina fra una settimana sempre in vista della manifestazione del 28 novembre e l’incontro, {{sabato 21 novembre, di chi ha firmato l’appello di La Repubblica in difesa di Rosi Bindi}} con il gruppo di Milano {{Donne della realtà}} oltre alla partecipazione di molte giornaliste stanche di una informazione che cancella il protagonismo femminile. {{Tutte per dire ci siamo!}}